domenica 21 agosto 2011

Più etica negli enti locali

Ho preparato un breve articolo che  qui di seguito vi allego:

I Comuni tra tutti gli enti locali sono quelli che  hanno  un rapporto più diretto  con il territorio e con la popolazione. I cittadini contano sull’impegno dei loro rappresentati , dei dirigenti e dei funzionari  ad operare nell’interesse generale,  dimostrando quotidianamente e con i fatti il loro buon andamento e l’imparzialità, così come previsto dall’art. 97 della Costituzione.
L’etica nella pubblica amministrazione è necessaria al rafforzamento della fiducia del pubblico; essa  rappresenta la chiave di volta del buon governo.
Dagli anni ’90, anche a causa di una serie di scandali che hanno visti coinvolti Presidenti del Consiglio, Ministri, parlamentari ,  alti ufficiali, manager pubblici,  amministratori  locali, etc.   è cresciuta l’esigenza di trasparenza  e  di   etica  nelle gestione delle  istituzioni pubbliche.
Il problema  ha portata  generale, tanto che se ne è occupata  anche l’Organizzazione per la Sicurezza e la  Cooperazione in EUROPA ( OCSE ).
Il 31 ottobre 2003 , con risoluzione n. 58/4   l’ Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite ha  approvato  la  Convenzione contro la corruzione, che è stata poi ratificata dall’Italia  con legge  n. 188 in data  14  agosto 2009.
Sempre al fine di contrastare il fenomeno a livello internazionale è nato il   Transparency international  index ( the global coalition against corruption ) che annualmente produce una graduatoria del livello di corruzione percepito nei vari Paesi; l’ultima di queste  graduatorie vede l’Italia al 67° posto  su 178, dopo il Ruanda, un dato  che necessita di  una  profonda riflessione.    
Presso il Consiglio d’Europa è stato costruito  il Groupe d’Etats contre la  corruption ( GRECO ) che  segue attentamente quello che accade in ogni Paese fornendo dei rapporti ; l’ultimo di quelli riguardanti l’Italia è del 23-27 maggio 2011.
In Italia, in base a quanto previsto dalla citata  L.188/2009  è stata istituita l’Autorità Nazionale Anticorruzione  presso il Dipartimento della Funzione Pubblica che    pubblica annualmente una relazione  ricca di dati, nella quale viene evidenziata  una serie di problemi.
Nonostante  ciò la  situazione precipita sempre più e  presso i cittadini la fiducia  in chi gestisce la  Pubblica amministrazione ha raggiunto livelli  molto bassi.
Anche la Chiesa Cattolica  ha  avuto occasione di occuparsene in questi ultimi anni a più riprese: dal Cardinale Tonini, al Cardinale Bagnasco ed infine al Papa che è dovuto tornare sull’argomento  il 24  luglio scorso, richiamando l’esempio di re Salomone  : “Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia  rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male” ;  un richiamo forte  alla  coscienza di tutti  gli amministratori.
Nonostante le leggi fatte per dare più trasparenza,  ancora oggi  molti enti pubblici, enti locali e grandi ASL che amministrano centinaia di milioni di euro,  non  garantiscono la necessaria pubblicità  e l’accesso a tutti gli atti  tramite  l’albo pretorio on-line, cercando con  artifizi vari , di aggirare ancora tale obbligo.
Molti  cittadini oramai non si fidano più e  vogliono vedere, hanno bisogno di toccare con mano ( come San Tommaso ) , di sapere come vengono spesi i loro soldi , vogliono essere più partecipi alla  cosa  pubblica.
A  ciò ci aggiunge  una perdurante  incapacità da parte di molti amministratori di stimolare la  partecipazione  dei cittadini alle  scelte importanti  come il bilancio di previsione ed a rendicontare poi l’attività svolta, i risultati raggiunti e  i costi sostenuti.
Al fine di  contribuire  a  indicare  un percorso per  rafforzare l’etica nella pubblica amministrazione l’OCSE  ha  provato a  fornire un  suo contributo indicando gli otto valori essenziali di ciascuna pubblica amministrazione: Imparzialità , Legalità,  Integrità, Giustizia, Responsabilità, Uguaglianza, Efficienza, Trasparenza.
Sempre secondo l’OCSE   le seguenti misure sono essenziali per creare un ambiente di lavoro che garantisca la trasparenza e rafforzi l’integrità :
• definizione di scadenze fisse da rispettare ;
• richiesta di pareri documentati per le decisioni;
• possibilità di ricorso contro alcune decisioni ;
• obbligo di notifica dei conflitti d’interesse.
E’  ritenuto importante utilizzare il criterio del merito per il reclutamento e le progressioni in carriera..
Nell’ultimo “Compliance report” del GRECO è stata  fatta una  analisi impietosa  sullo stato degli adempimenti svolti dal nostro Governo per eliminare gli inconvenienti segnalati in occasione della  visita precedente.
In  particolare  GRECO “….concludes that Italy has implemented satisfactorily or dealt  with in a satisfactory manner less than half of the 22 recommendations contained in the Joint First and Second Round Evaluation Report.” , un giudizio  quindi non positivo, per cui ci si sarebbe atteso   che il  Governo avesse  provveduto  alla traduzione ed alla  massima pubblicità del rapporto, al fine di eliminare gli inconvenienti segnalati,  cosa che non sembra sia avvenuta.
Molti manager pubblici non recepiscono l’importanza di mettere in atto gli strumenti ( anche se pochi ) oggi offerti dal legislatore, al fine di garantire l’integrità  degli enti a loro affidati  e per contrastare le infiltrazioni della malavita organizzata.
E’ necessario a  questo punto prendere atto che moltissimi amministratori pubblici ( politici e no ) devono essere  ritenuti inadeguati a  svolgere il ruolo affidato e pertanto appare  urgente  innovare profondamente le modalità di reclutamento dei rappresentanti politici .
La  complessità  delle  pubbliche amministrazioni richiede che alla guida  siano collocati soggetti  formati ai massimi livelli,  con una preparazione manageriale e che siano in grado di  imporre più trasparenza ed integrità, cacciando i dirigenti ed i funzionari non meritevoli e  comunque trasferendoli  ove si presentino  situazioni di incompatibilità o  di opportunità.
Ai sensi dell’ art. 11 comma 8, lett. a)  del D.lgs  150/2009  e della  deliberazione della  Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche n. 105/2010,  ogni ente pubblico dovrebbe approvare il Piano triennale della trasparenza e dell’integrità chiarendo cosa si intende per integrità e indicando doveri di comportamento dei titolari di funzioni pubbliche. Molto importante è che in questo documento siano indicati, tra l’altro: il costo dei politici, le loro dichiarazioni dei redditi e la loro attività; la descrizione dei procedimenti ad iniziativa del cittadino con indicazione dei passaggi e dei pareri necessari, il tempo del loro completamento, la tipologia dell’atto finale e chi lo deve adottare; il costo dei servizi pubblici; i costi del personale; l’inventario dei beni mobili ed immobili e la loro gestione; le procedure di acquisto di beni e servizi.
E’ agevolmente  ricavabile  il collegamento tra la materia della trasparenza e la più generale previsione del dovere dei cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche, di adempiere alle stesse “con disciplina e onore” (articolo 54, comma 2, della Costituzione).
In questa prospettiva vanno richiamati l’insieme dei principi e delle norme di comportamento corretto in seno alle amministrazioni. Pertanto, gli obblighi di trasparenza risultano correlati a un siffatto novero di principi e regole nella misura in cui il loro adempimento è volto alla rilevazione di ipotesi di maladministration e alla loro consequenziale eliminazione.
Purtroppo molti comuni non hanno ancora provveduto a dare attuazione a questi provvedimenti e così tra  questi  quello di Sabaudia, mentre quello di San Felice Circeo ha provveduto con deliberazione consiliare n.8/2011.
Anche il recente provvedimento per l’ennesimo contenimento della spesa della pubblica amministrazione non otterrà alcun risultato se non sarà eliminato il fenomeno della  corruzione.

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