I Comuni tra tutti gli enti locali sono quelli che hanno un rapporto più diretto con il territorio e con la popolazione. I cittadini contano sull’impegno dei loro rappresentati , dei dirigenti e dei funzionari ad operare nell’interesse generale, dimostrando quotidianamente e con i fatti il loro buon andamento e l’imparzialità, così come previsto dall’art. 97 della Costituzione.
L’etica nella pubblica amministrazione è necessaria al rafforzamento della fiducia del pubblico; essa rappresenta la chiave di volta del buon governo.
Dagli anni ’90, anche a causa di una serie di scandali che hanno visti coinvolti Presidenti del Consiglio, Ministri, parlamentari , alti ufficiali, manager pubblici, amministratori locali, etc. è cresciuta l’esigenza di trasparenza e di etica nelle gestione delle istituzioni pubbliche.
Il problema ha portata generale, tanto che se ne è occupata anche l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in EUROPA ( OCSE ).
Il 31 ottobre 2003 , con risoluzione n. 58/4 l’ Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione contro la corruzione, che è stata poi ratificata dall’Italia con legge n. 188 in data 14 agosto 2009.
Sempre al fine di contrastare il fenomeno a livello internazionale è nato il Transparency international index ( the global coalition against corruption ) che annualmente produce una graduatoria del livello di corruzione percepito nei vari Paesi; l’ultima di queste graduatorie vede l’Italia al 67° posto su 178, dopo il Ruanda, un dato che necessita di una profonda riflessione.
Presso il Consiglio d’Europa è stato costruito il Groupe d’Etats contre la corruption ( GRECO ) che segue attentamente quello che accade in ogni Paese fornendo dei rapporti ; l’ultimo di quelli riguardanti l’Italia è del 23-27 maggio 2011.
In Italia, in base a quanto previsto dalla citata L.188/2009 è stata istituita l’Autorità Nazionale Anticorruzione presso il Dipartimento della Funzione Pubblica che pubblica annualmente una relazione ricca di dati, nella quale viene evidenziata una serie di problemi.
Nonostante ciò la situazione precipita sempre più e presso i cittadini la fiducia in chi gestisce la Pubblica amministrazione ha raggiunto livelli molto bassi.
Anche la Chiesa Cattolica ha avuto occasione di occuparsene in questi ultimi anni a più riprese: dal Cardinale Tonini, al Cardinale Bagnasco ed infine al Papa che è dovuto tornare sull’argomento il 24 luglio scorso, richiamando l’esempio di re Salomone : “Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male” ; un richiamo forte alla coscienza di tutti gli amministratori.
Nonostante le leggi fatte per dare più trasparenza, ancora oggi molti enti pubblici, enti locali e grandi ASL che amministrano centinaia di milioni di euro, non garantiscono la necessaria pubblicità e l’accesso a tutti gli atti tramite l’albo pretorio on-line, cercando con artifizi vari , di aggirare ancora tale obbligo.
Molti cittadini oramai non si fidano più e vogliono vedere, hanno bisogno di toccare con mano ( come San Tommaso ) , di sapere come vengono spesi i loro soldi , vogliono essere più partecipi alla cosa pubblica.
A ciò ci aggiunge una perdurante incapacità da parte di molti amministratori di stimolare la partecipazione dei cittadini alle scelte importanti come il bilancio di previsione ed a rendicontare poi l’attività svolta, i risultati raggiunti e i costi sostenuti.
Al fine di contribuire a indicare un percorso per rafforzare l’etica nella pubblica amministrazione l’OCSE ha provato a fornire un suo contributo indicando gli otto valori essenziali di ciascuna pubblica amministrazione: Imparzialità , Legalità, Integrità, Giustizia, Responsabilità, Uguaglianza, Efficienza, Trasparenza.
Sempre secondo l’OCSE le seguenti misure sono essenziali per creare un ambiente di lavoro che garantisca la trasparenza e rafforzi l’integrità :
• definizione di scadenze fisse da rispettare ;
• richiesta di pareri documentati per le decisioni;
• possibilità di ricorso contro alcune decisioni ;
• obbligo di notifica dei conflitti d’interesse.
E’ ritenuto importante utilizzare il criterio del merito per il reclutamento e le progressioni in carriera..
Nell’ultimo “Compliance report” del GRECO è stata fatta una analisi impietosa sullo stato degli adempimenti svolti dal nostro Governo per eliminare gli inconvenienti segnalati in occasione della visita precedente.
In particolare GRECO “….concludes that Italy has implemented satisfactorily or dealt with in a satisfactory manner less than half of the 22 recommendations contained in the Joint First and Second Round Evaluation Report.” , un giudizio quindi non positivo, per cui ci si sarebbe atteso che il Governo avesse provveduto alla traduzione ed alla massima pubblicità del rapporto, al fine di eliminare gli inconvenienti segnalati, cosa che non sembra sia avvenuta.
Molti manager pubblici non recepiscono l’importanza di mettere in atto gli strumenti ( anche se pochi ) oggi offerti dal legislatore, al fine di garantire l’integrità degli enti a loro affidati e per contrastare le infiltrazioni della malavita organizzata.
E’ necessario a questo punto prendere atto che moltissimi amministratori pubblici ( politici e no ) devono essere ritenuti inadeguati a svolgere il ruolo affidato e pertanto appare urgente innovare profondamente le modalità di reclutamento dei rappresentanti politici .
La complessità delle pubbliche amministrazioni richiede che alla guida siano collocati soggetti formati ai massimi livelli, con una preparazione manageriale e che siano in grado di imporre più trasparenza ed integrità, cacciando i dirigenti ed i funzionari non meritevoli e comunque trasferendoli ove si presentino situazioni di incompatibilità o di opportunità.
Ai sensi dell’ art. 11 comma 8, lett. a) del D.lgs 150/2009 e della deliberazione della Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche n. 105/2010, ogni ente pubblico dovrebbe approvare il Piano triennale della trasparenza e dell’integrità chiarendo cosa si intende per integrità e indicando doveri di comportamento dei titolari di funzioni pubbliche. Molto importante è che in questo documento siano indicati, tra l’altro: il costo dei politici, le loro dichiarazioni dei redditi e la loro attività; la descrizione dei procedimenti ad iniziativa del cittadino con indicazione dei passaggi e dei pareri necessari, il tempo del loro completamento, la tipologia dell’atto finale e chi lo deve adottare; il costo dei servizi pubblici; i costi del personale; l’inventario dei beni mobili ed immobili e la loro gestione; le procedure di acquisto di beni e servizi.
E’ agevolmente ricavabile il collegamento tra la materia della trasparenza e la più generale previsione del dovere dei cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche, di adempiere alle stesse “con disciplina e onore” (articolo 54, comma 2, della Costituzione).
In questa prospettiva vanno richiamati l’insieme dei principi e delle norme di comportamento corretto in seno alle amministrazioni. Pertanto, gli obblighi di trasparenza risultano correlati a un siffatto novero di principi e regole nella misura in cui il loro adempimento è volto alla rilevazione di ipotesi di maladministration e alla loro consequenziale eliminazione.
Purtroppo molti comuni non hanno ancora provveduto a dare attuazione a questi provvedimenti e così tra questi quello di Sabaudia, mentre quello di San Felice Circeo ha provveduto con deliberazione consiliare n.8/2011.
Anche il recente provvedimento per l’ennesimo contenimento della spesa della pubblica amministrazione non otterrà alcun risultato se non sarà eliminato il fenomeno della corruzione.
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