Sul sito dell'azienda USL Latina è stata pubblicata le deliberazione n. 1088 datata 20 novembre 2019 che ha per oggetto: "Indizione di procedura negoziata ex art. 36 comma 2, lettera a) del D.lgs. 5072016 e s.m.i. da aggiudicarsi ex art. 95 comma 2 e 10 bis del D.lgs cit. per la fornitura di un servizio di realizzazione si "campagna di comunicazione per riconversione dei punti di primo intervento ed empowerment della popolazione nell'accesso alle cure - ASL Latina".
L'importo posto a base d'asta è di € 35.000 + IVA pari ad € 42.700,00
Con l'atto si decide di inviare alla gara cinque ditte: COO'EE Italia Srl, LEBOK, INAREA, APP TOYOU Srl e EPR Comunicazione Srl.
Un costo senza dubbio rilevante che si aggiunge ad altre spese già sostenute.
A quanto risulta dall'esame della stessa deliberazione l'azienda ha nel suo organigramma una Unità Operativa Semplice denominata "Comunicazione e relazioni con il pubblico" che, grazie anche alla presenza di funzionari qualificati, avrebbe potuto svolgere in maniera appropriata e senza spese aggiuntive il servizio che viene in questo modo affidato all'esterno.
SICURAMENTE STAMPA ROMANA, FARA' FERRO E FUOCO...
RispondiEliminami chiedo se non sia arrivato il momento di prendere in mano tutto il settore comunicazione (inclusi gli uffici stampa) e dettare regole in materia. Non se ne può più della discrezionalità con cui vengono affidati incarichi in tal senso, a soggetti che si pongono come fiduciari del Dg più che come professionisti esperti in materia. Si veda, a tal proposito, la risposta all'interrogazione regionale scritta n. 299 del 28.02.2019, relativa al discutibile avviso pubblico bandito dalla Asl Roma 1, che presenta molti punti poco chiari...Si stabilisca, una volta per tutte, se il 15 septies è in grado di cancellare norme concorsuali, se la legge 150/2000, ancorché disapplicata, un fondo di cogenza lo abbia, o se invece si intende cedere del tutto alla strisciante - neanche tanto - privatizzazione della sanità, anche nel campo della comunicazione. In tal caso, che senso ha pubblicare bandi, mobilitare fior di professionisti, per i quali risulta violato il precetto costituzionale dell'uguaglianza (art. 3 della Carta), ponendo soggetti in condizioni uguali (laurea, specializzazioni varie, iscrizione albo, esperienza pregressa), in una posizione diversa rispetto a chi non possiede - o ha posseduto con notevole ritardo - tali titoli ma riesce a superare tutti grazie alla decantata "discrezionalità" che consente ogni abuso.
RispondiEliminaLe regole ci sono, gli uffici della regione non le rispettano e quelli della regione pubblicano i bandi senza verificarne la legittimità. L'unico strumento è il ricorso al TAR.
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