sabato 30 novembre 2019

LA SALUTE MENTALE NEL LAZIO: IL RAPPORTO DELLA SOCIETA' ITALIANA DI EPIDEMIOLOGIA PSICHIATRICA

La Società italiana di epidemiologia psichiatrica  (SIEP) ha pubblicato in questi giorni un suo Rapporto su “La Salute Mentale nelle Regioni. Analisi dei trend 2015-2017”, che basandosi sui dati forniti dal ministero della Salute fornisce un quadro dettagliato del sistema di cura per la salute mentale nelle diverse Regioni italiane.
Per quanto riguarda la rete dei servizi della Regione Lazio presenta, nel triennio considerato, una riduzione del numero di posti  letto ospedalieri. Questa riduzione non si riflette sul tasso di ospedalizzazione, che resta stabile nel tempo, mentre la durata di degenza mostra un incremento. Nonostante l’incremento delle risorse economiche, si riscontra un calo nei tassi di trattamento e nella presa in carico di nuovi utenti, mentre tende a crescere il tasso di nuovi utenti con diagnosi di schizofrenia ed altre psicosi funzionali e la percentuale di soggetti in contatto con i servizi territoriali entro 14 giorni dalla dimissione ospedaliera. In ambito ospedaliero, si rileva una diminuzione delle riammissioni entro 30 giorni dalla dimissione e dei TSO. Le presenze e le nuove ammissioni in strutture residenziali presentano un trend in calo, con un incremento della durata media del trattamento. Aumenta il tasso di prescrizione di farmaci antipsicotici.
I dati relativi ai servizi di Salute Mentale della Regione Lazio mostrano, rispetto al valore di riferimento nazionale, carenze diffuse rispetto all’offerta di strutture territoriali (-40,4%), e semiresidenziali (-34,8%); anche i posti letto in SPDC (-34,7%) e l’offerta residenziale (-35,0%) sono al di sotto dei valori di riferimento nazionali. La dotazione di personale risulta inferiore (-19,8%), a fronte di voci di spesa non significativamente difformi dalla media nazionale. I ricoveri in SPDC (-26,2%), e la durata complessiva delle degenze sono ridotti. Anche le dimissioni con diagnosi psichiatrica tendono ad essere molto inferiori alla media nazionale (-59,0%). Questo dato tuttavia viene bilanciato da una più ampia presenza dell’utenza in strutture residenziali (+38,1). Inoltre, si riscontra un tasso di nuove ammissioni nell’anno presso queste strutture del 63,7% maggiore rispetto alla media nazionale. I servizi territoriali mostrano una buona capacità di intercettare la nuova domanda di Salute Mentale (+12,5%), anche per la diagnosi di schizofrenia (+44,9%). Lo stesso non accade se consideriamo la prevalenza. Le prestazioni per utente sono inferiori al dato medio nazionale (-30,1%). Le situazioni di crisi appaiono gestite con una certa efficacia come dimostrerebbero i tassi significativamente più bassi di TSO (-27,0%) e di accessi in PS (-32,8%). Tuttavia, le persone in contatto con i servizi a 14 gg dalla dimissione sono nettamente inferiori alla media (-63,0%), a segnalare una carente continuità dell’assistenza ospedale-territorio. Relativamente all’utilizzo dei farmaci si osserva una frequenza di prescrizione di antidepressivi inferiore (-10,8%); è decisamente più elevata la prescrizione di antipsicotici (+210,5%); i sali di litio sono prescritti in misura lievemente superiore al dato di riferimento (+7,0%).
Il problema della carenza di strutture territoriali e di una loro inadeguata pianificazione sul territorio è molto sentito dalle famiglie.
Nonostante i provvedimenti emanati dalla regioni sin dall'entrata in vigore delle legge Basaglia l'esigibilità del diritto ad una assistenza migliore dei malati di mente e delle loro famiglie non trova una risposta adeguata.  

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