sabato 9 novembre 2019

UNA PROFICUA VISITA AL MINISTERO DELLA SALUTE PER ESPORRE LE RAGIONI DEL COMITATO PER LA DIFESA DEL PPI

Il giorno 8 novembre, sono stato ricevuto insieme ad alcuni amici presso il Ministero della salute ed ho potuto esporre serenamente le ragioni del nostro Comitato per la difesa del Punto di Primo Intervento di Sabaudia. 
Al termine dell'incontro ho lasciato pro memoria di quattro pagine con allegati alcuni dati e grafici oltre a copia dell'oramai famoso Decreto del Commissario ad acta della Regione U00303 del 25 luglio 2019. 
Qui di seguito riporto un sintesi del documento lasciato al Ministero: "Nella Regione Lazio sono presenti dodici Punti di Primo Intervento (d’ora in vanti PPI), presidi di prossimità facenti parte del sistema di Emergenza Sanitaria Territoriale indispensabili per anziani, disabili e soggetti fragili, cinque dei quali sono nelle province di Rieti, Roma e Viterbo e sette in quella di Latina. I PPI. Il Comitato per la difesa del Punto di Primo Intervento di Sabaudia è sorto spontaneamente nell'estate dell’anno 2018 per contrastare il decreto del Commissario ad acta della Regione Lazio U00257/2017 che prevedeva la “trasformazione” del locale PPI in un presidio di cure primarie entro il 31/12/2018. Grazie a 8767 firme e ad una lotta condotta insieme ai Comitati degli altri Comuni la Regione acconsentì alla proroga di detta trasformazione per consentire ogni ritenuto approfondimento della questione anche in base ad un ulteriore monitoraggio dei dati degli accessi. 
Emergenza Sanitaria Territoriale: il 3° comma dell’art.10 della legge 833/1978 stabilisce che l’erogazione dei servizi di pronto intervento sul territorio sia attribuita ai Distretti sanitari di base quali strutture tecnico-funzionali delle USL (oggi Aziende Sanitarie Locali). 
L’esito positivo degli interventi è condizionato dall'intervallo di tempo che intercorre tra il verificarsi dell’evento nonché dall'adeguatezza dell’intervento sanitario, pertanto è previsto che il soccorso sanitario primario debba estrinsecarsi in un periodo di tempo non superiore ai 20 minuti. 
I PPI sono previsti nell'Atto di intesa tra Stato e regioni del 1996 che ha approvato le Linee guida di emergenza urgenza, basate sul criterio della gradualità delle cure; sono importanti specialmente nei Comuni privi di ospedale e distanti dai servizi di pronto soccorso (la provincia di Latina ha 575.775 abitanti, è composta da 33 Comuni e si estende per 2.250 kmq. La distanza tra il confine con la provincia di Roma e quello con Campania è di 150 Km.) e ci sono rimasti solo tre ospedali. 
DM 2 aprile 2015 n. 70: Regolamento recante definizione degli standard ospedalieri al punto 9.1.5 stabilisce «…la trasformazione dei PPI in postazioni medicalizzate del 118 entro un arco temporale predefinito ⸨ma non fissa alcuna data⸩, implementando l’attività territoriale al fine di trasferire al sistema dell’assistenza primaria le patologie a bassa gravità e che non richiedono trattamento ospedaliero secondo protocolli di appropriatezza condivisi tra 118, DEA HUB o spoke di riferimento e Distretto, mantenendo rigorosamente separata la funzione di urgenza da quella dell’assistenza primaria». Nel decreto è prevista anche la riduzione alle sole 12 ore diurne dell’attività. 
Dai dati forniti dalla direzione generale dell’Azienda USL Latina risulta che ognuno dei PPI supera costantemente i 6000 accessi annui. 
Non è possibile affidare le emergenze/urgenze a medici generici: deve essere rivista questa normativa. 
DCA U00303/2019 Piano di Rientro della Regione Lazio – Secondo periodo: come se nulla fosse avvenuto, ad agosto di quest’anno è stato pubblicato un nuovo decreto con cui viene ribadito il taglio dei PPI entro il 31 dicembre, come se rappresentassero una delle cause del disavanzo Secondo il rendiconto della ASL il costo dei PPI dell’intera provincia di Latina per l’anno 2018 è stato di soli € 11.722.000 che rispetto alla spesa del SSR, pari ad € 11.366.853.971, rappresenta lo 0,0001%. 
Non può pertanto sussistere alcun dubbio sull’irragionevolezza di una applicazione della normativa che sopprime i presidi di primo intervento sanitario costringendo l’utenza a rivolgersi a servizi che richiedono tempi di percorrenza superiori ai 20 minuti mettendo a rischio la salute e la stessa vita umana. 
Ho riferito anche come la direzione della ASL abbia ignorato la richiesta di partecipazione al procedimento amministrativo ex art. 9 della legge 241/1990 di questo Comitato e che nessuno in regione ci ha voluto ascoltare.
Abbiamo avuto ampie assicurazioni circa un interessamento fattivo sulla vicenda, a riprova che il vento è cambiato. 

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