Con il Decreto Commissariale in data 4 luglio 2019 n. U00258 la Regione Lazio ha varato il Piano di potenziamento delle reti territoriali
Obiettivo del nuovo modello organizzativo è rispondere efficacemente ai bisogni sanitari delle persone legati a malattie croniche e ai loro esiti, alle condizioni di fragilità e di complessità sociosanitaria. Il modello di lavoro che si vuole sviluppare si basa sulla attività di équipe multi disciplinari e multi professionali, che affrontano la cronicità in un'ottica proattiva e di equità di accesso alle cure, all'interno di un Distretto orientato alla valutazione dei bisogni e alla costruzione di risposte sanitarie integrate, anche attraverso il modello organizzativo della Casa della Salute.
Altro aspetto di rilievo dei Programmi operativi 2019 - 2021 è rappresentato dall'integrazione delle funzioni assistenziali ospedaliere e territoriali, finalizzata alla costruzione di un percorso di continuità tra il domicilio della persona, i servizi territoriali e quelli ospedalieri. A tal fine è necessario superare l'approccio fondato su singole prestazioni e specifici atti assistenziali a favore di una presa in carico multi professionale basata sulla valutazione multidimensionale del bisogno con offerta di percorsi di cura organizzati. A seconda della tipologia dei bisogni delle persone, che possono variare da quelli di utenti potenziali dei servizi sanitari e sociosanitari a quelli espressi da persone in condizioni di instabilità clinica, occorre garantire soluzioni organizzative che migliorino l'offerta di servizi. In particolare per i cronici e per le persone non autosufficienti, si dovrà incrementare l'accessibilità alle agende ambulatoriali disponibili, strutturare specifici percorsi, organizzare la gestione attiva del follow up, creando una forte integrazione tra ospedale e servizi territoriali residenziali e domiciliari.
Con il DCA 46/2018 la Regione Lazio ha inoltre recepito il Piano Nazionale Cronicità (PNC), avviandone il percorso di attuazione nelle singole ASL. La Regione ha altresì adottato una serie di misure volte a potenziare il sistema di cure per i pazienti cronici, con particolare riguardo alle cure domiciliari e all'offerta residenziale e semiresidenziale per persone non autosufficienti e alle persone con disabilità complesse. Contestualmente le ASL hanno intrapreso iniziative per la presa in carico di pazienti con specifiche patologie croniche e, in alcuni casi, avviato il percorso per una propria pianificazione in attuazione del PNC. È obiettivo dei Programmi operativi 2019 - 2021 la declinazione a livello Regionale del piano delle cronicità, supportato da un sistema di stratificazione della popolazione e dalla costruzione di percorsi di cura assistenziali secondo criteri e modelli omogenei.
Come dettagliatamente riportato nei Programmi operativi 2019-2021, le Cure Primarie rappresenteranno uno dei principali elementi a sostegno del Piano Cronicità. Già nel DCA 565/2017 è stata espressamente prevista l'effettiva presa in carico del paziente cronico/fragile da parte del medico di medicina generale attraverso il monitoraggio informatico della stessa e la verifica dell'adesione ai POTA della popolazione interessata. Analoghe previsioni sono riportate nel DCA 40/2018 con riferimento al ruolo dei pediatri di libera scelta nella gestione delle patologie croniche. In coerenza con le linee strategiche previste con gli emanandi Piano Regionale Cronicità e ACN, si dovrà rivedere il modello organizzativo delle cure primarie e di conseguenza il nuovo Accordo integrativo regionale con Medicina generale e Pediatria di libera scelta.
Questo Piano può rappresentare per la provincia di Latina una grande opportunità in primo luogo per riequilibrare l'offerta tra i distretti in quanto attualmente è eccessivamente sbilanciata sul Distretto1 e quindi poter offrire servizi livello di prossimità anche per le persone non autosufficienti evitando di deportarle lontano dai loro familiari e dalle persone care, ma anche per recuperare strutture importanti per la storia delle nostre comunità e che oggi giacciono per lo più in stato di abbandono come ad esempio è il caso di alcuni degli ospedali dismessi e che invece potrebbero, con poca spesa, tornare a nuova vita ospitando strutture residenziali e semi-residenziali proprio nel centro cittadino.Strutture pubbliche anche per recuperare il gap accumulato in questi anni rispetto al privato in questo settore così importante e per creare anche molti posti di lavoro.
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