Nel corso di un recente convegno tenuto a Sermoneta e organizzato dallo SPI CGIL avevo preparato un breve intervento con alcune SLIDES che a causa della numerosità delle autorità non ho avuto modo di presentare come avrei voluto per cui chi lo desidera trova qui un breve riassunto.
L’invecchiamento della popolazione europea è uno dei processi epocali più rilevanti e procede in modo inarrestabile, a ritmi molto elevati. Anche la regione Lazio non è da meno
Siamo di fronte al più grande cambiamento demografico mai accaduto prima d’ora nella storia. L’invecchiamento globale della popolazione comporterà richieste sociali ed economiche alle quali bisognerà fare fronte. Mantenere la popolazione attiva è dunque una necessità non un lusso .
Secondo l'OMS-WHO l’invecchiamento attivo è «un processo di ottimizzazione delle opportunità relative alla salute, partecipazione e sicurezza, allo scopo di migliorare la qualità della vita delle persone anziane».
Secondo il Global Age Watch l’invecchiamento della popolazione sta trasformando le economie e le società di tutto il mondo, ponendo nuove richieste ai sistemi sanitari. I meccanismi di finanziamento, la forza lavoro, le politiche, le strutture e le medicine e le attrezzature dei sistemi sanitari di tutto il mondo stanno lottando per adattarsi, in particolare nei paesi a basso e medio reddito. Milioni di anziani vengono lasciati senza accesso ai servizi sanitari e al supporto di cui hanno bisogno, a cui viene negato il diritto alla salute
L’art. 25 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea entrata in vigore il 1° dicembre 2009 stabilisce quanto segue: L'Unione riconosce e rispetta il diritto degli anziani di condurre una vita dignitosa e indipendente e di partecipare alla vita sociale e culturale.
Dal punto di vista demografico, si stanno verificando i seguenti fenomeni:
1. aumento del numero di anziani e dei centenari
2. femminilizzazione della vecchiaia (le donne sono più longeve, anche se il gap si è ridotto)
3. diminuzione della natalità
4. allungamento dei tempi improduttivi (prima e dopo il periodo di attività lavorativa)
5. estensione del periodo di morbilità (più anni d’esposizione a malattie patologiche e/o croniche)
La legge regionale 10 agosto 2016, n. 11 definisce e organizza il sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali, che all’art. 13 prevede le politiche per gli anziani che in particolare perseguono:
a) La socializzazione e la semplificazione nell’accesso ai servizi culturali;
b) La partecipazione degli anziani alla comunità locale in un’ottica di solidarietà tra generazioni;
c) L’assistenza domiciliare e le dimissioni protette;
d) I percorsi di formazione e tutoraggio alle famiglie nela gestione delle persona anziane non autosufficienti;
e) Il sostegno economico per le persone anziane non autosufficienti e per le loro famiglie
f) La protezione dell’housing sociale;
g) Il contrasto all’isolamento sociale.
Il Consiglio regionale del Lazio con deliberazione in data 24 gennaio 2019, n.1 ha approvato il Piano sociale «Prendersi cura, un bene comune» che dedica una parte importante al potenziamento dei servizi per gli anziani. L’ottica generale del Piano è quella di mantenere il più possibile le persone nel loro contesto di vita con particolare riguardo all’ambito sociale e a quello affettivo. Grazie al fondo Sociale Europeo saranno potenziati i servizi dedicati alle persone anziane con particolare riguardo a quelli in semi- residenzialità, quali i centri diurni per gli anziani fragili e i centri Alzheimer con l’applicazione del Piano Nazionale della cronicità.
La Giunta regionale del Lazio il 21/05/2019 ha approvato la DGR 295 avente oggetto “Legge regionale 11/2016, Valorizzazione delle politiche per la promozione del benessere e dell’invecchiamento attivo delle persone anziane”, con cui ha destinato € 500.000 per:
- promuovere la salute e il benessere psicofisico sia attraverso progetti di invecchiamento attivo e attraverso attività di formazione ed informazione;
- promuovere l’attività fisica praticata dagli anziani;
- contrastare la solitudine, l’isolamento e l’esclusione sociale che costituiscono importanti fattori di rischio per la salute;
- individuare ed offrire soluzioni innovative e praticabili per migliorare la salute ed il benessere delle persone anziane.
Un problema ancora purtroppo molto diffuso è rappresentato dalla progressiva emarginazione degli anziani dovuta al digital divide. Gli anziani sono portatori spesso di esperienze rilevanti ma a causa della incapacità ad usare gli strumenti informatici vengono emarginati dalla vita pubblica e dalla possibilità di partecipare con contributi reali e apprezzabili. Devono essere i Comuni a provvedere assegnando ai Centri anziani dei personal computer, organizzando corsi di formazione, ma anche dando spazio sul sito web istituzionale alle notizie che li riguardano sollecitando anche la loro partecipazione come content providers. Si tratta di una idea sperimentata con successo a Formia.
I pazienti affetti dal digital divide rischiano di essere esclusi dalla più grande innovazione del nostro tempo che è rappresentata dal rendere il cittadino attore del percorso di prevenzione e cura del modello di chronic connected care.
Ecco i passi da compiere:
- Integrare la sanità con il sociosanitario e il sociale per offrire servizi reali e globali ai cittadini;
- Conoscere a fondo i bisogni socio-sanitari delle persone;
- Favorire l’integrazione delle varie figure professionali con il supporto della tecnologia;
- Favorire la self care attraverso processi di formazione ed educazione al cittadino;
- In-Formare gli operatori per favorire la co-progettazione con il cittadino di nuovi percorsi di cura e soluzioni digitali a supporto
- Creare una governance unica per i progetti di innovazione;
- Sfruttare i dati oggi a disposizione per migliorare la programmazione e per finalità predittive;
- Razionalizzare i sistemi e consolidare le infrastrutture esistenti (per esempio FSE);
- Rivedere il sistema di finanziamento per la gestione della cronicità. Digitale di prossimità, nello studio del medico e a disposizione del cittadino.
I servizi oggi disponibili – pubblici e privati per la long term care non riescono oggi a fornire una risposta adeguata ai bisogni delle famiglie. La soluzione più diffusa nel nostro Paese è quella delle badanti che hanno raggiunto il numero di oltre un milione, a fronte di circa 290.000 anziani ospitati nelle RSA ogni anno.
Nelle regioni del nord Italia ci sono stati più investimenti e la rete pubblica è più estesa ma comunque anche lì insufficiente. Occorre un cambio di passo soprattutto aumentando le somme destinate agli investimenti e ascoltando le famiglie e i loro bisogni.
In un periodo in cui hanno assunto grande importanza i contenimento dei costi e il monitoraggio della qualità, gli anziani possono contribuire partecipando all’attività di controllo sulla qualità e sui costi dei servizi gestiti direttamente ed esternalizzati.
Esistono esperienze molto interessanti in varie parti d’Italia.
- Emanazione della Carta della qualità dei servizi: - Obbligo previsto nel contratto di servizio a carico del soggetto gestore
- Deve essere redatta e pubblicizzata conformemente ad intese con le associazioni dei consumatori e con le associazioni imprenditoriali interessate
L’ art. 2, comma 461 della Legge 244 del 21 dicembre 2008 (legge finanziaria 2008) prevede che i Comuni al fine di tutelare i diritti dei consumatori e degli utenti dei servizi pubblici locali e di garantire la qualità, l’universalità e l’economicità delle relative prestazioni, in sede di stipula dei contratti di servizio sono tenuti ad applicare le seguenti disposizioni:
- Obbligo per l’ente locale di prevedere l’ istituzione di una sessione annuale di verifica del funzionamento dei servizi tra ente locale, gestori dei servizi ed associazioni dei consumatori nella quale si dia conto dei reclami, nonché delle proposte ed osservazioni pervenute a ciascuno dei soggetti partecipanti da parte dei cittadini. - Obbligo per l’ente locale di prevedere il finanziamento delle attività di consultazione, partecipazione e monitoraggio con un prelievo a carico dei soggetti gestori del servizio, predeterminato nel contratto di servizio per l’intera durata del contratto stesso.
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