In questi anni sono stati tagliati molti residui
attivi di dubbia esigibilità che erano stati mantenuti in bilancio dai Comuni e che
servivano a bilanciare uscite reali, ma ancora ci sono problemi. Sulla Gazzetta Ufficiale n.89 del 17 aprile scorso è
stato pubblicato il Decreto Ministeriale 2 aprile 2015 con il quale il
Ministero dell’Economia e delle Finanze, consapevole delle implicazioni del
problema con riguardo al ripiano dell’eventuale maggiore disavanzo derivante
dal riaccertamento straordinario dei residui e dal primo accantonamento al
fondo crediti di dubbia esigibilità (previsto dall’art.3 comma 7 del D.lgs.
n.118/2011) individuato in sede di approvazione del rendiconto 2014, dopo aver
confermato che il ripiano dovrà avvenire nel rispetto dell’art. 188 del D.lgs.
267/2000, ha stabilito tra l’altro la possibilità di ricorrere ai proventi
realizzati con l’alienazione dei beni patrimoniali disponibili, ma anche l’utilizzo
delle eventuali quote di risultato di amministrazione accantonate negli
esercizi precedenti a seguito dell’iscrizione in bilancio del fondo crediti
previsto dall’art. 6, comma 7 de D.L. n.95/2012.
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