giovedì 16 aprile 2015

ORGANISMI INDIPENDENTI DI VALUTAZIONE

Di recente sulla stampa sono apparse alcune critiche pesanti nei confronti degli Organismi Indipendenti di Valutazione (OIV), che avrebbero mancato di svolgere la funzione per la quale sono stati creati e che avrebbero dei costi sproporzionati ai compiti ed ai risultati. Come spesso accade, su questi organismi si sono addensate molte ombre[1], ma non ritengo che possa essere un motivo per sopprimerli come proposto da qualcuno, ma senza dubbio per rimuovere le numerose criticità. Sin dalla loro istituzione, avvenuta con la legge n.15/2009 (cui seguì il famoso D.lgs 150/2009) apparvero chiari i limiti di tale organismo legati in primo luogo alle modalità della loro nomina, affidata in base all’art. 4 di detta legge al vertice politico amministrativo dell’amministrazione di appartenenza e quindi per le amministrazioni centrali al Ministro, per gli enti locali ai Sindaci e per la sanità agli stessi Direttori Generali; pertanto un organo che avrebbe dovuto operare con una posizione di terzietà rispetto all’ente, essendo espressione proprio di chi nomina i dirigenti è venuto ad assumere un ruolo subalterno che ne ha fortemente limitato l’autonomia. È chiaro che questa sia una delle cose da modificare…e presto. Molte delle persone prescelte non hanno conoscenze ed esperienze in materia di valutazione e non conoscono neanche i contratti di lavoro della dirigenza, né si sono preoccupate di documentarsi. Un’altra criticità è stata rappresentata dalla mancata attivazione dell’OIV in tutti gli enti locali in quanto di fatto i pubblici amministratori, sostenuti in ciò da un parere dell’ANCI, in molti casi hanno mantenuto i vecchi Nuclei di Valutazione. Per di più, a fronte di requisiti stringenti e di numerose incompatibilità (eletti ad incarichi pubblici, cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali, ecc.), tuttora in molti casi siedono in seno a questi organismi personaggi che non ci dovrebbero stare, ma chi dovrebbe controllare (Regioni comprese) non si avvede di nulla, oppure come avvenuto con la ex CIVIT non ha strumenti adeguati. È mancata l’emanazione di Linee guida per definire in maniera chiara le modalità della procedura di valutazione che, sia pur differente tra amministrazioni centrali, aziende sanitarie ed enti locali, ha numerosi punti in comune. Personalmente mi sono trovato a lavorare negli enti locali e nella sanità sia da una parte che dall’altra e ritengo che in primo luogo si debba creare una sinergia tra il top management (ad esempio Direzione generale del Comune) e OIV, sin dalla predisposizione del Piano della performance che poi alla individuazione degli obiettivi di budget, che devono essere realmente misurabili proprio per consentire la valutazione da parte dell’OIV. Alla fine dell’esercizio ogni dirigente deve ovviamente predisporre un report che è opportuno sia stilato sulla base di un format concordato tra Direzione generale e OIV (o magari allegato alle auspicate linee guida), onde evitare difformità che sono fonte di confusione. Tutte le relazioni dovrebbero essere esaminate a livello istruttorio dal Controllo di gestione, che dovrebbe evidenziare gli eventuali scostamenti rispetto ai dati attesi e fare anche il benchmarcking; a questo punto ad esempio nei Comuni il Direttore generale/Segretario generale dovrebbe a sua volta aggiungere il proprio parere sulla scheda di ciascuno dei dirigenti su temi sui quali solo lui può dare una valutazione appropriata (ad esempio la gestione del personale) dato che è a stretto contatto quotidiano con loro. Finalmente l’OIV dovrebbe affrontare l’incontro con i dirigenti che, sempre a mio parere, nei Comuni dovrebbe essere con tutti, mentre per le Aziende sanitarie dovrebbe riguardare tutti i dirigenti di Unità Operativa Complessa e ciò anche per creare anche una occasione di dibattito tra OIV e dirigenti che può rappresentare anche un momento crescita per molti di essi. Sono a conoscenza del fatto che in molte ASL l’OIV incontra solamente i capi Dipartimento, ma così si non si raggiunge proprio l’obiettivo voluto dal legislatore. Infine, tenuto conto dell’interesse dell’ente a raggiungere gli obiettivi sarebbe opportuno che l’OIV ne monitorasse costantemente il grado di raggiungimento, convocando anche i dirigenti responsabili nel caso in cui fosse verificato qualche scostamento negativo per valutare insieme i provvedimenti da assumere. Infine vorrei accennare al compenso, di cui si è parlato sempre sulla stampa, se questo è contenuti nei limiti di legge e se l’OIV svolge tutti i compiti per i quali è stato nominato, si tratta di somme irrisorie; ma naturalmente se i componenti dell’OIV prendono l’incarico come una sine cura è evidente che si tratta di somme gettate al vento; anche in questo caso forse chi avrebbe dovuto controllare, forse non ha fatto il proprio dovere. Concludendo, penso che prima di cancellare un organismo che in molte parti d’Italia funziona, sarebbe opportuno rimuovere gli elementi di criticità e fornire regole chiare ed univoche (Le Linee guida) per il suo funzionamento.




[1]F.BRUGNOLA, Luci ed ombre del sistema di valutazione, «La Rivista di servizio sociale», Edizioni Istisss, Roma, anno LI, n. 2/2011, pagg.21-44; vedi anche F.BRUGNOLA, Il Sindaco di tutti: Come gestire il Comune per un successo durevole, Roma 2015

Nessun commento:

Posta un commento