Di recente sulla stampa sono
apparse alcune critiche pesanti nei confronti degli Organismi Indipendenti di Valutazione
(OIV), che avrebbero mancato di svolgere la funzione per la quale sono stati
creati e che avrebbero dei costi sproporzionati ai compiti ed ai risultati. Come
spesso accade, su questi organismi si sono addensate molte ombre[1],
ma non ritengo che possa essere un motivo per sopprimerli come proposto da
qualcuno, ma senza dubbio per rimuovere le numerose criticità. Sin dalla loro istituzione,
avvenuta con la legge n.15/2009 (cui seguì il famoso D.lgs 150/2009) apparvero
chiari i limiti di tale organismo legati in primo luogo alle modalità della
loro nomina, affidata in base all’art. 4 di detta legge al vertice politico
amministrativo dell’amministrazione di appartenenza e quindi per le
amministrazioni centrali al Ministro, per gli enti locali ai Sindaci e per la
sanità agli stessi Direttori Generali; pertanto un organo che avrebbe dovuto
operare con una posizione di terzietà rispetto all’ente, essendo espressione
proprio di chi nomina i dirigenti è venuto ad assumere un ruolo subalterno che
ne ha fortemente limitato l’autonomia. È chiaro che questa sia una delle cose
da modificare…e presto. Molte delle persone prescelte non hanno conoscenze ed esperienze
in materia di valutazione e non conoscono neanche i contratti di lavoro della
dirigenza, né si sono preoccupate di documentarsi. Un’altra criticità è stata
rappresentata dalla mancata attivazione dell’OIV in tutti gli enti locali in
quanto di fatto i pubblici amministratori, sostenuti in ciò da un parere dell’ANCI,
in molti casi hanno mantenuto i vecchi Nuclei di Valutazione. Per di più, a
fronte di requisiti stringenti e di numerose incompatibilità (eletti ad
incarichi pubblici, cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali,
ecc.), tuttora in molti casi siedono in seno a questi organismi personaggi che
non ci dovrebbero stare, ma chi dovrebbe controllare (Regioni comprese) non si
avvede di nulla, oppure come avvenuto con la ex CIVIT non ha strumenti
adeguati. È mancata l’emanazione di Linee guida per definire in maniera chiara
le modalità della procedura di valutazione che, sia pur differente tra
amministrazioni centrali, aziende sanitarie ed enti locali, ha numerosi punti
in comune. Personalmente mi sono trovato a lavorare negli enti locali e nella
sanità sia da una parte che dall’altra e ritengo che in primo luogo si debba
creare una sinergia tra il top management (ad esempio Direzione generale del Comune)
e OIV, sin dalla predisposizione del Piano della performance che poi alla
individuazione degli obiettivi di budget, che devono essere realmente misurabili
proprio per consentire la valutazione da parte dell’OIV. Alla fine dell’esercizio
ogni dirigente deve ovviamente predisporre un report che è opportuno sia
stilato sulla base di un format concordato tra Direzione generale e OIV (o
magari allegato alle auspicate linee guida), onde evitare difformità che sono
fonte di confusione. Tutte le relazioni dovrebbero essere esaminate a livello
istruttorio dal Controllo di gestione, che dovrebbe evidenziare gli eventuali
scostamenti rispetto ai dati attesi e fare anche il benchmarcking; a questo
punto ad esempio nei Comuni il Direttore generale/Segretario generale dovrebbe
a sua volta aggiungere il proprio parere sulla scheda di ciascuno dei dirigenti
su temi sui quali solo lui può dare una valutazione appropriata (ad esempio la
gestione del personale) dato che è a stretto contatto quotidiano con loro.
Finalmente l’OIV dovrebbe affrontare l’incontro con i dirigenti che, sempre a
mio parere, nei Comuni dovrebbe essere con tutti, mentre per le Aziende
sanitarie dovrebbe riguardare tutti i dirigenti di Unità Operativa Complessa e
ciò anche per creare anche una occasione di dibattito tra OIV e dirigenti che
può rappresentare anche un momento crescita per molti di essi. Sono a
conoscenza del fatto che in molte ASL l’OIV incontra solamente i capi
Dipartimento, ma così si non si raggiunge proprio l’obiettivo voluto dal
legislatore. Infine, tenuto conto dell’interesse dell’ente a raggiungere gli
obiettivi sarebbe opportuno che l’OIV ne monitorasse costantemente il grado di
raggiungimento, convocando anche i dirigenti responsabili nel caso in cui fosse
verificato qualche scostamento negativo per valutare insieme i provvedimenti da
assumere. Infine vorrei accennare al compenso, di cui si è parlato sempre sulla
stampa, se questo è contenuti nei limiti di legge e se l’OIV svolge tutti i
compiti per i quali è stato nominato, si tratta di somme irrisorie; ma
naturalmente se i componenti dell’OIV prendono l’incarico come una sine cura è evidente che si tratta di
somme gettate al vento; anche in questo caso forse chi avrebbe dovuto controllare,
forse non ha fatto il proprio dovere. Concludendo, penso che prima di
cancellare un organismo che in molte parti d’Italia funziona, sarebbe opportuno
rimuovere gli elementi di criticità e fornire regole chiare ed univoche (Le
Linee guida) per il suo funzionamento.
[1]F.BRUGNOLA, Luci ed ombre del sistema di
valutazione, «La Rivista di servizio sociale», Edizioni Istisss, Roma, anno
LI, n. 2/2011, pagg.21-44; vedi anche F.BRUGNOLA, Il Sindaco di tutti: Come gestire il Comune per un successo durevole, Roma 2015
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