giovedì 23 aprile 2015

RICORRONO GLI 800 ANNI DALLA FIRMA DELLA MAGNA CARTA

I questi giorni, densi di ricordi per il 70° anniversario della lotta di liberazione e dei valori che scaturirono da quell'epopea, trasfusi poi nella nostra Costituzione, mi è venuto in mente di riprendere in mano la storia inglese. Quando Riccardo Cuor di leone morì il 6 aprile 1199, gli succedette il fratello minore Giovanni Senza Terra (John Lackland), (che molti conoscono per essere stato il nemico di Robin Hood), chiamato così perché aveva perso i suoi possedimenti in Francia. Giovanni, per difendere e poi riconquistare i possedimenti dei Plantageneti in Francia, dovette ingaggiare una guerra con il regno di Francia, finanziata tramite una forte tassazione dei suoi baroni, che ne denunciarono pubblicamente l'arbitrarietà, segnalando in particolare gravi abusi. Giovanni, sconfitto dalle truppe francesi a Bouvines dovette fronteggiare la rivolta dei baroni, che il 5 maggio 1215 rifiutarono la fedeltà al re, per cui Giovanni Senzaterra, durante l'incontro con i ribelli avvenuto il 15 giugno nella brughiera di Runnymede, si vide costretto, in cambio della rinnovata obbedienza, a una serie di concessioni che costituiscono il contenuto principale della Magna Carta. La Magna Carta Libertatum è stata interpretata a posteriori come il primo documento fondamentale per il riconoscimento universale dei diritti dei cittadini. Occorre prendere esempio dalla storia, passate e recente, non è andando sull'Aventino che si possono affrontare i problemi del Paese.

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