Sabato 20 giugno, si celebra la Giornata mondiale del rifugiato, data designata nel 2000 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (United Nations High Commissioner for Refugees) è l'Agenzia delle Nazioni Unite specializzata nella gestione dei rifugiati; fornisce loro protezione internazionale ed assistenza materiale, e persegue soluzioni durevoli per la loro drammatica condizione. È stata fondata il 14 dicembre 1950 dall' Assemblea generale delle Nazioni Unite, iniziando ad operare dal 1º gennaio del 1951. Ha assistito oltre 60 milioni di persone. In base alla Convenzione del 1951 i rifugiati sono persone che nel giustificato timore d'essere perseguitato per la sua razza, la sua religione , la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato; oppure a chiunque, essendo apolide e trovandosi fuori dei suo Stato di domicilio in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi. Il diritto di asilo è un diritto umano fondamentale riconosciuto dalle Convenzioni internazionali e dalla Costituzione italiana. Secondo l'Onu sono 60 milioni le persone in fuga dalla guerra. Gente che non ha più nulla nel proprio Paese di origine e pur di scappare da una morte certa affronta viaggi dagli esiti incerti. L'unica motivazione che è rimasta è la sopravvivenza, l'stinto primordiale che costringe l'uomo a prove assurde. Vedendo le immagini dei barconi, della miseria, di queste donne che in piena gravidanza affrontano lunghi viaggi in mare bisognerebbe chiedersi e se fossi io; per annullare le distanze e le polemiche. Chi ha diritto all'asilo deve avere prima di tutto la solidarietà e poi trovare un sistema di accoglienza a livello europeo efficiente e in grado di dare risposte in tempi certi, così da rimandare indietro chi non ha diritto alla protezione o è venuto sul nostro continente con altri intenti. Nella Giornata mondiale del rifugiato si apra una riflessione internazionale sul destino dell'Europa che non rinneghi le sue radici, fatte di divisioni e morte, e si proceda speditamente verso un sistema di regole condivise che non faccia pagare a questi uomini, donne e bambini così duramente provati anche il peso dell'egoismo europeo.
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