mercoledì 15 maggio 2019

IL RAPPORTO 2018 DELL'OSSERVATORIO SALUTE DELL'UNIVERSITA' CATTOLICA.

Il Rapporto 2018 dell'Osservatorio Nazionale sulla salute delle regioni italiane dell'Università Cattolica punta decisamente il riflettore sull'invecchiamento della popolazione come fattore determinante per l'avvenire del SSN.
Un rapporto molto articolato che tratta in maniera approfondita di tutte le più importanti tematiche della salute.
Gli indicatori analizzati nel Rapporto Osservasalute restituiscono una
immagine del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che fatica a conciliare le esigenze di controllo della spesa e del mantenimento degli standard di salute raggiunti nel corso degli anni nel nostro Paese.
Sul fronte della spesa sanitaria pubblica, i dati e i confronti internazionali continuano a indicare che il SSN è parsimonioso ed è riuscito a bloccare la tradizionale dinamica espansiva della spesa, allineandosi alle limitate disponibilità finanziarie dello Stato. 
Tale risultato è stato conseguito nonostante la pressione sul sistema prodotto dall’invecchiamento della popolazione, dai costi indotti dal progresso tecnologico e dalle forme di deprivazione socio-economica frutto della persistente crisi economica. 
Tuttavia, il risanamento della spesa è stato ottenuto, in parte, attraverso la contrazione delle prestazioni erogate e con la diminuzione del personale sanitario.
Tali evidenze lasciano prevedere che le politiche di contenimento attuate negli anni scorsi stiano esaurendo le proprie potenzialità e che per il futuro ci si dovrà attendere un nuovo aumento della spesa per assicurare ai cittadini una maggiore efficacia dell’assistenza, attraverso l’erogazione di cure che incorporino l’innovazione
tecnologica introdotta negli ultimi anni.
Le condizione di salute degli italiani si mantengono buone in termini di sopravvivenza, ma non migliorano le condizioni patologiche per le quali è forte il ruolo della prevenzione e degli stili di vita. In particolare, andamenti non positivi si riscontrano per alcune patologie tumorali causate dalle abitudini al fumo, dalla condizione di obesità e dalla scarsa adesione ai programmi di screening.
Un altro elemento di criticità che emerge dal Rapporto riguarda la qualità degli anni di vita degli anziani; infatti, dal confronto internazionale si evince che il vantaggio di sopravvivenza sperimentato nel nostro Paese è caratterizzato da un numero di anni vissuto in cattive condizioni di salute più elevato di quello osservato
nei principali Paesi europei (Francia, Spagna, Germania e Svezia).
Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) deve garantire- l’accesso alle cure dei cittadini per le prestazioni definite come “Livelli Essenziali di Assistenza” (LEA).
Nonostante la spesa sanitaria pubblica pro capite sia cresciuta meno rispetto agli anni precedenti ed è in flessione dal 2012, il punteggio del monitoraggio dei LEA è in costante crescita in quasi tutte le regioni; la percentuale di persone che dichiarano di aver rinunciato alle cure è stabile. 
All’interno di questa quota, cresce la proporzione di coloro che rinunciano per motivi economici, mentre diminuisce la quota di coloro che rinunciano a causa delle file di attesa”.
La stabilità del dato nazionale rivela delle importanti differenze tra le regioni con quelle del Centro-Nord in flessione e quelle del Sud ed Isole in forte crescita. Si tratta, comunque, della rinuncia ad una prestazione sanitaria ritenuta necessaria che non può essere interpretata come rinuncia alle cure.

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