La legge 833/78 prevede tra gli obiettivi più importanti del SSN la prevenzione individuale e collettiva.
Per quanto riguarda la prevenzione collettiva oramai, essendo ampiamente dimostrate le interazioni tra ambiente e salute i dati epidemiologici a disposizione offrono serie statistiche sufficienti perché regioni ed enti locali assumano decisioni responsabili in materia di tutela ambientale.
Tuttavia questo è in gran parte lasciato alla discrezionalità degli amministratori locali così si creano gravissime disuguaglianze che si ripercuotono sulla salute delle persone
E' sufficiente esaminare i dati epidemiologici di alcune province per rendersene conto.
Per quanto riguarda invece la prevenzione individuale molta attenzione sin dai primi anni della riforma è stata posta ai programmi di screening dei tumori che sono stati anche inseriti tra i livelli essenziali di assistenza. el 2006 il Ministero della Salute ha pubblicato le Raccomandazioni per la pianificazione e l’esecuzione degli screening di popolazione per la prevenzione del cancro della mammella, del cancro della cervice uterina e del cancro del colon retto.
Molto interessante è la parte relativa alle modalità di chiamata delle persone che rientrano nei range a rischio per assicurare la massima partecipazione di tutte le persone a rischio.
Purtroppo molte ASL disattendono queste indicazioni venendo a creare delle vere e proprie disuguaglianze.
In base agli ultimi dati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità grazie al progetto PASSI (Progressi per le Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) riferiti al quadriennio 2015-2018 le differenze territoriali riguardano soprattutto le regioni del Sud rispetto a quelle del Nord.
Si rilevano quindi significative “differenze sociali nella salute e nell’accesso alla prevenzione che si aggiungono alle differenze geografiche a svantaggio delle regioni del Sud e delle Isole, dove povertà e carenza nell’offerta di programmi di prevenzione e di servizi cura si concentrano”.
La percentuale di chi crede di non stare in buona salute passa dal 30 al 43% se povero e scende al 23% fra i più abbienti. Inoltre, il 6% soffre di sintomi depressivi, quota che sale al 14% fra le persone con maggiori difficoltà economiche e scende al 4% fra chi non ne ha.
Secondo l'ISS è significativo “il gradiente geografico Nord-Sud a sfavore delle Regioni meridionali determinato prevalentemente dalla minore offerta di programmi di screening organizzati in queste Regioni.
Nelle Regioni in cui l’offerta di programmi organizzati è ampia (Nord e Centro Italia) è maggiore la quota di persone che fa prevenzione nell’ambito dei programmi organizzati, rispetto alla quota di persone che lo fa per iniziativa spontanea; di contro, nelle Regioni in cui l’offerta di programmi organizzati non è ancora sufficiente e non raggiunge la totalità della popolazione target (come nel Sud Italia), la quota dello screening spontaneo è rilevante e talvolta maggiore, senza però riuscire a compensare la mancanza di offerta dei programmi organizzati, per cui il numero totale di persone che fa prevenzione (dentro o fuori i programmi organizzati) resta comunque più basso che nel resto del Paese”.
In sostanza oltre ad una disuguaglianza causata dalla regione di appartenenza dei soggetti interessati si sommano quella culturale e quella economica.
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