giovedì 30 maggio 2019

L'ASSENZA DI PIANO STRATEGICO DELLA ASL LATINA


L'Azienda USL Latina è priva del Piano strategico in quanto quello adottato dal precedente direttore generale Caporossi è scaduto da tempo e il nuovo direttore generale non ne ha adottato uno nuovo 
A ciò si aggiunga che il commissario ad acta per il piano di rientro sulla sanità della regione Lazio con determinazione n. 52/2017 ha   provveduto all' "Adozione del Programma Operativo 2016 - 2018 a salvaguardia degli obiettivi strategici di rientro dai disavanzi della Regione Lazio nel settore sanitario denominato "Piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del Servizio Sanitario Regionale", in base al quale l'Azienda avrebbe dovuto definire il proprio piano strategico per raggiungere gli obiettivi fissati dalla regione e che costituiscono anche impegni con i Ministeri vigilanti per riportare in pareggio il sistema sanitario.  


Il Piano Strategico è quel processo tipico delle aziende private che conduce un sistema a definire le strategie migliori per raggiungere i propri obiettivi in modo efficiente. 
Secondo l’Association for Strategic Planning quando si parla di pianificazione ci si deve riferire ad un processo, ad un insieme di azioni e fasi in grado di trasformare il sistema. 
Quindi un piano può essere modificato in corso d’opera al fine di adeguarlo ad esempio agli scenari che nel frattempo si sono modificati. Si può affermare più volte si ripete il ciclo di elaborazione più si affina il processo manageriale. La progressiva raccolta di documenti e di dati consente la creazione di archivi di informazioni su cui basare i piani. 
I criteri guida su cui si deve basare un piano devono essere i seguenti: 
- Deve essere conosciuto, condiviso e riconosciuto da tutti i membri dell’organizzazione 
- Deve essere di facile comprensione 
- Deve contenere traguardi competitivi ma realistici 
- Deve contenere gli strumenti, le azioni e le procedure per supportare in ogni fase il processo di pianificazione e gestione strategica 
Tutte le aziende adottano piani strategici, ma ciascuna di esse deve farlo in base alle sue peculiarità ed esigenze. 
Naturalmente più l’azienda è complessa e più è opportuno predisporre anche piani strategici per ogni settore. 
Molto interessante ed opportuna è l’adozione della SWOT analysis: tecnica elaborata da A. Humphrey presso l’Università di Standford, utilizzata per valutare i punti di forza (Strengths), debolezza (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) di una organizzazione. 
Per quanto riguarda in particolare la sanità possiamo dire che il Piano Strategico è un documento programmatico che disegna le tappe di sviluppo di ciascuna azienda attraverso un processo sistematico di formulazione degli obiettivi, di individuazione e gestione delle risorse, di definizione delle politiche, attraverso il quale il management deve costantemente confrontarsi con altri attori, rischi e opportunità favorendo la creazione di pratiche partecipative finalizzate non solo a dare una risposta alla domanda di democrazia e trasparenza, ma anche a rafforzare l’aggregazione tra gli attori e con essa la coesione tra i vari ruoli e le varie istanze, allo scopo di costruire in modo condiviso il futuro dell’azienda. 
Per quanto riguarda i sistemi sanitari già nel 1972 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva pubblicato un documento molto interessante. 
I modelli utilizzati nel SSN sono di vario tipo; la differenza è data dalla presenza di regioni in piano di rientro e alte no, ma pesano anche il rapporto pubblico privato esistente, la composizione demografica e il quadro epidemiologico.
Molto importante è il legame tra il piano e i budgets annuali che consentono oltre alla effettiva programmazione con l’individuazione degli obiettivi anche controlli più facili. 
In sostanza un Piano strategico dovrebbe partire da due punti fondamentali:
  • Una chiara individuazione della mission aziendale; 
  • Una compiuta analisi ambientale esterna (epidemiologica e socio-economica) e interna con individuazione dei punti di forza e di debolezza. 
Le linee programmatiche e gli obiettivi dovrebbero partire dalla sostenibilità economica, dall’accessibilità ai servizi per poi affrontare la riqualificazione dell’assistenza territoriale, di quella ospedaliera, della rete di emergenza-urgenza, ecc. 
Per completare il piano molta cura avrebbe dovuto essere posta al monitoraggio con la creazione di un cruscotto aziendale.
Mancando il piano strategico manca anche un business plan e desta meraviglia che si prosegua ad inaugurazioni di nuove strutture in periodo elettorale senza aver prima approvato il relativo piano dei costi/benefici. 
Manca ancora il rendiconto dell'esercizio 2018 mentre la spesa per la specialistica ambulatoriale è elevata (senza che le liste di attesa diminuiscano) e con essa anche quella per la farmaceutica extraospedaliera.

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