Le acque salmastre fanno parte di aree costiere di transizione, in cui le acque dolci terrestri e salate marine si mescolano e costituiscono il passaggio naturale tra terra e mare. Le acque di transizione sono molto fragili e soggette facilmente a crisi distrofiche per un insieme di condizioni che si verificano durante la stagione estiva à, quali le late temperature e la stagnazione delle acque per scarso ricambio idrico. Per tutelare queste acque nel 1971 è stata sottoscritta una convenzione internazionale, che ha preso il nome dalla città di Ramsar dove è stata firmata; una delle aree inserite in questa convenzione è quella dei laghi pontini che già all’epoca appartenevano al parco Nazionale del Circeo. Secondo l’ISPRA proprio per la loro fragilità occorre fare attenzione ai fattori che provocano alte produzioni primarie di biomassa vegetale, consumo di ossigeno, fino ad arrivare alla completa anossia e alla produzione di idrogeno solforato. È ben nota a tutti gli enti interessati la situazione del Lago di Paola, che per la sua conformazione (fondali bassi, scarso ricambio delle acque, ecc.) soffre tutte le estati per il fenomeno dell’anossia.
Da alcuni giorni a causa anche di condizioni climatiche sfavorevoli vi è una notevole produzione di idrogeno solforato, tanto che tutti gli atleti di canoa e canottaggio delle Forze Armate (Marina Militare, Fiamme Gialle, Fiamme Oro e Corpo Forestale) e dei Circoli hanno dovuto sospendere gli allenamenti sulle acque del lago.
Purtroppo non è possibile disporre dei dati ambientali di tutte le acque di transizione in quanto né il Comune dei Sabaudia, né l’ARPA Latina li pubblicano sui rispettivi siti web come previsto dalle norme in vigore.
Da analisi effettuate da ARPA Latina nel mese di aprile 2015 è stata accertata la presenza di un elevato valore di fosforo totale inorganico e di tensioattivi ionici, oltre ad Escherichia coli ed Enterococchi. Da altre analisi effettuate nel settembre 2012 erano stati individuati in alcuni tratti elevati valori di azoto totale e la presenza di Rafidoficee, mentre in una zona nei pressi dell’abitato era stata accertata la presenza Streptococchi fecali.
Quindi non si tratta di favole come ha commentato un mio lettore.
In data 21 luglio scorso ho presentato al Comune una petizione affinché fosse approvata una mozione per intervenire in maniera decisa sul problema delle acque del Lago di Paola; la mozione è stata poi approvata il giorno successivo, ma ancora non è stato fatto molto.
A questo proposito desidero evidenziare che:
a) Sulle rive del lago di Paola sono presenti numerose attività agricole con serre che utilizzano fitofarmaci
b) Risulta da un atto deliberativo (n.18 del 22 luglio 2015) che il Sindaco ha dichiarato che solamente il 75% delle abitazioni sarebbe allacciato alla rete fognaria (ma non si sa quale sia il valore corrispondente)
c) Il depuratore è stato progettato e costruito per la popolazione residente e in estate non riesce a gestire i problemi derivanti dall’aumento della popolazione
Confermo pertanto l’opportunità che le Amministrazioni interessate provvedano:
1. A pubblicare periodicamente i dati delle analisi effettuate nelle acque di transizione
2. A dare immediata e integrale applicazione alle norme in materia ed in particolare a quelle contenute nel D.M. 10 marzo 2015 recante le Linee guida di indirizzo per la tutela dell’ambiente acquatico e dell’acqua potabile e per la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e dei relativi rischi nei Siti Natura 2000 e nelle aree naturali protette
3. Ad invitare l’amministrazione comunale e la società incaricata: AcquaLatina, a provvedere all’allaccio alla rete fognaria di tutte le abitazione e ad una verifica della situazione del depuratore.
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