Alle 18:45 del 13 febbraio del 1861 capitolava Gaeta accerchiata dalle truppe sabaude e isolata dal blocco navale; finiva così il Regno delle due sicilie
L'armistizio venne firmato nella villa reale dei Borbone (già villa Caposele, attualmente Villa Rubino, a Formia).
L'assedio da terra era iniziato il 13 novembre 1860, ma la flotta borbonica composta da cinque unità, cui si erano unite altre navi spagnole, prussiane e francesi proteggeva la città dal mare.
Il 19 gennaio 1861 tutte le navi da guerra straniere presenti in rada, che fino a quel momento avevano impedito l'assedio da mare della roccaforte di Gaeta, salpano e vanno via, perché mediante una trattativa segreta si è raggiunto un accordo in tal senso tra Cavour e Napoleone III, in cambio la Francia riceve con il trattato firmato il 2 febbraio 1861 i comuni di Mentone e Roccabruna..
Lo stesso giorno la flotta dei Savoia all'ancora a Napoli composta da dieci unità, salpa per Gaeta e si ancora a Mola di Gaeta.
Il 4 febbraio venne centrata dal tiro dell'artiglieria la polveriera dove erano custoditi 180 chili di polvere da sparo; il 5 febbraio esplose il magazzino delle munizioni della batteria S. Antonio esplode, creando una breccia nei bastioni di protezione larga circa 30-40 metri, la perdita di oltre 7 tonnellate di polvere da sparo e circa 42.000 cartucce da carabina e da fucile. Nel crollo morirono 316 artiglieri napoletani e 100 civili.
Progressivamente le truppe piemontesi e le navi avevano aumentato i bombardamenti così l'11 febbraio 1861 il re Francesco II di Borbone, per risparmiare ulteriore sangue, dette mandato al Governatore della piazzaforte di negoziare la resa di Gaeta.
Nessun commento:
Posta un commento