JOSE' CLEMENTE OROZCO "Don Juan Tenorio" |
Nel corso della campagna elettorale per le politiche del 2018 molti fanno confusione tra i termini democrazia e populismo, confuso (volutamente) troppo spesso da alcuni con la demagogia.
La democrazia è quella prevista dal nostro sistema costituzionale.
Secondo il Vocabolario Treccani il termine populismo è nato per indicare il movimento politico e culturale nato in Russia nella seconda metà del XIX secolo basato su idee socialiste.
Secondo una moderna accezione sono da considerare populisti quei movimenti che tendono ad esaltare le virtù naturali del popolo e che mirano a coinvolgerlo ad esempio con forme di democrazia diretta negli enti locali e partecipazione ad alcune scelte.
Possono essere inseriti in questa categoria i movimenti civici che acquisiscono consensi nei periodi di grave crisi della classe politica tradizionale.
Con il temine demagogia viene invece comunemente indicata una strategia politica per ottenere consenso e potere ingannando gli elettori facendo promesse irrealizzabili o spingendolo addirittura ad agire contro i propri interessi.
La crisi della democrazia rappresentativa ha favorito il nascere in tutta Europa di nuovi soggetti politici definiti "populisti" perché evocano e invocano il "popolo sovrano", contro le èlite dei partiti e delle istituzioni di governo, al tempo della "democrazia rappresentativa".
Molto interessante è un articolo pubblicato di recente da Nadia Urbinati su MICROMEGA: IL POPULISMO COME CONFINE ESTREMO DELLA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA.
La democrazia, in Europa: si sta trasformando in "popolocrazia".
Il "demos", il principio della cittadinanza, titolare di diritti e doveri, tende a venire ri-definito in "popolo". Questa teoria la dobbiamo a Ilvo Diamanti che insieme a Marc Lazar ha pubblicato su Laterza "Popolocrazia". Sempre di Ilvo Diamenti si legga Un’ideologia che ci immagina come un soggetto unito solo dalle paure su "La Repubblica".
Ecco che, anche se lentamente i cittadini nel momento in cui, anche a causa della crisi economica, hanno preso maggiore consapevolezza del loro potere, vogliono poter decidere e non lasciare il potere in mano a chi è responsabile di questa situazione.
Le nostre città sono il primo campo di sperimentazione di questa grande novità.
Peraltro occorre fare attenzione a quanti cercano di speculare per soli fini demagogici sulla credulità del popolo per occupare il potere dando ad intendere di farlo in nome e per conto della comunità per poi fare come chi li ha preceduti.
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