Nonostante l'impegno del governo nella lotta contro l'evasione fiscale è ancora scarsa la collaborazione da parte dei Comuni.
Fin dal 1945 fu prevista la partecipazione dei Comuni all’accertamento dei tributi in quanto anche all'epoca si avvertì l'esigenza di coinvolgere gli enti locali proprio in considerazione della capacità di questi enti di intercettare, nei territori di rispettiva competenza, elementi sintomatici di violazione delle norme tributarie.
La partecipazione dei Comuni all’attività accertatrice è stata istituzionalizzata con l’articolo 44 del DPR 600/1973.
Allo scopo di incentivare l'azione di contrasto all'evasione, nel rispetto del principio del federalismo fiscale, l’attività di collaborazione dei comuni all'accertamento è stata premiata con il riconoscimento a loro favore di una quota sulle maggiori somme relative a tributi statali riscosse a titolo definitivo.
Nel corso degli anni, tale quota ha subito diverse modifiche, passando dall’originario 33% (Dl 203/2005) al 50% (Dlgs 14 marzo 2011), aumentata infine al 100% limitatamente agli anni 2012, 2013 e 2014 (Dl 138/2011).
Con l'articolo 1, comma 702, legge 190/2014 è stata portata al 55% la quota spettante ai Comuni sulle maggiori somme dei tributi statali riscosse in conseguenza della loro partecipazione all’attività di accertamento fiscale.
Nonostante questi incentivi secondo la Corte dei Conti (Relazione Generale 2017) la diminuzione degli accertamenti realizzati con il contributo dei comuni ha raggiunto il 66,5%.
I comuni che maggiormente hanno utilizzato lo strumento nel 2016 sono quelli della Calabria con 230 segnalazioni seguiti dagli Enti della Lombardia con 161 segnalazioni e dall'Emilia Romagna con 160 segnalazioni.
Ultima la Basilicata con zero segnalazioni, preceduta da Valle d'Aosta con una segnalazione, Abruzzo con 4 e Molise con 5 segnalazioni.
Nel quinquennio il crollo più significativo nelle segnalazioni si è registrato in Lombardia passata da 1.127 del 2012 a 161 del 2016 e in Emilia Romagna passata da 1.061 a 160.
ora sono previsti incentivi anche per gli uffici comunali.
Molti Comuni hanno incassato somme rilevanti.
Il Comune che in proporzione al numero degli abitanti (21.000) ha incassato la somma maggiore è stato quello di Castel San Pietro Terme con € 496.000,00 che è l'equivalente della spesa annua di un assessorato.
I dati diramati dal Ministero dell'Interno sono qui:
Nel Lazio i Comuni beneficiari sono stati solamente :
FROSINONE (FR) 7.298,97, LANUVIO (RM) 680,00 MAZZANO ROMANO (RM) 200,00, MONTE PORZIO CATONE (RM) 190.584,34, ROMA (RM) 123.839,68 e TARQUINIA (VT) 58,25.
E' evidente che molti amministratori locali del Lazio temono di perdere voti dai loro elettori .
Allo scopo di accelerare i processo di partecipazione dei Comuni è stato siglato il 30 gennaio 2018 un nuovo protocollo d’intesa nazionale tra Agenzia delle entrate, Guardia di finanza, Anci e Ifel sull’accertamento dei tributi statali.
Formazione, definizione di check-list per la predisposizione delle segnalazioni, sviluppo e diffusione delle best practice, rafforzamento del team antievasione partecipato da tutti i soggetti sottoscrittori dell’accordo, sono fra le iniziative previste per consolidare i risultati raggiunti.
L’avvio delle attività del protocollo fornirà l’occasione anche per introdurre qualche necessario intervento sulla normativa che regola le segnalazioni qualificate, in particolare prevedendo l’estensione dell’efficacia delle segnalazioni anche in caso di successivo recupero da comunicazione bonaria. Questa proposta, già avanzata da ANCI, adeguerebbe l’istituto dell’accertamento compartecipato alle nuove forme di comunicazione tra contribuente e amministrazione fiscale introdotte dalla legge 190 del 2014, ai commi 634 e seguenti, con l’obiettivo di “stimolare l’assolvimento degli obblighi tributari e favorire l’emersione spontanea delle basi imponibili”.
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