lunedì 29 ottobre 2018

IL NUOVO REPORT DELL'AGENZIA EUROPEA PER L'AMBIENTE DENUNCIA LA GRAVITA' DELL'INQUINAMENTO DELL'ARIA IN ALCUNE ZONE DELL'ITALIA

Secondo il rapporto dell’Agenzia Europea per l' Ambiente  intitolato «Air quality in Europe – 2018 reporten» (Qualità dell’aria in Europa – rapporto 2018), il trasporto su strada è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico in Europa, in particolare di inquinanti nocivi quali il biossido di azoto e il particolato. Anche le emissioni provenienti dall’agricoltura, dalla produzione di energia, dall’industria e dai nuclei domestici contribuiscono a inquinare l’atmosfera. Il rapporto presenta gli ultimi dati ufficiali sulla qualità dell’aria comunicati nel 2016 da oltre 2 500 stazioni di monitoraggio presenti in tutta Europa.
Ripercussioni significative dell’inquinamento atmosferico sulla salute
Il particolato (PM), il biossido di azoto (NO2) e l’ozono troposferico (O3) sono responsabili dei maggiori danni alla salute umana. Le elevate concentrazioni di inquinamento atmosferico continuano ad avere ripercussioni negative sui cittadini europei, in particolare su coloro che vivono nelle aree urbane. L’inquinamento atmosferico comporta anche considerevoli ricadute economiche poiché diminuisce la durata di vita, aumenta le spese mediche e riduce la produttività in tutti i settori dell’economia a causa delle giornate lavorative perse per problemi di salute. Inoltre, l’inquinamento atmosferico genera conseguenze negative per gli ecosistemi, danneggiando i terreni, le foreste, i laghi e i fiumi e riducendo le rese agricole.
Le politiche passate e attuali insieme ai progressi tecnologici hanno portato a una riduzione lenta ma costante di tali effetti negativi. Le stime aggiornate riportate nella relazione indicano che nel 2015 le concentrazioni di PM2,5 hanno causato circa 422 000 morti premature in 41 paesi europei, di cui circa 391 000 nei 28 Stati membri dell’UE. Una valutazione di più ampio respiro, inclusa nel rapporto di quest’anno e che risale al 1990, mostra che le morti premature dovute al PM2,5 sono state ridotte di circa mezzo milione all’anno grazie all’attuazione delle politiche europee in materia di qualità dell’aria e all’introduzione di misure a livello nazionale e locale che hanno portato, ad esempio, ad automobili e industria meno inquinanti ed energia più pulita.
Un documento informativo, anch’esso pubblicato oggi, dal titolo «EEA’s health risk assessments of air pollutionen» (valutazioni dell’AEA sui rischi per la salute posti dall’inquinamento atmosferico) (LINK), fornisce una panoramica dettagliata di come l’AEA calcola le sue stime annuali della qualità dell’aria che quantificano le conseguenze dell’inquinamento atmosferico sulla salute della popolazione.
Le ripercussioni dell’esposizione all’inquinamento atmosferico sulla salute sono diverse e spaziano dall’infiammazione dei polmoni alle morti premature. Nell’ambito della valutazione del rischio per la salute effettuata dall’AEA, l’effetto sulla salute di cui si tiene conto per la quantificazione è la mortalità, poiché l’evidenza di tale effetto è la più solida. La mortalità causata dall’esposizione all’inquinamento atmosferico è stimata in termini di «morti premature» e di «anni di vita persi». Nella relazione dell’AEA sulla qualità dell’aria gli effetti sulla salute stimati sono quelli attribuibili all’esposizione a PM2,5, NO2 e O3 in Europa nel 2015. 
Tali stime si basano su informazioni concernenti l’inquinamento atmosferico, i dati demografici e la relazione tra esposizione alle concentrazioni di inquinanti ed effetti specifici sulla salute. Le stime forniscono una misura dell’effetto generale dell’inquinamento atmosferico su una data popolazione e, ad esempio, non possono essere riferite a persone specifiche che vivono in una determinata località geografica.
In Italia secondo il REPORT 2018 vivono 3,7 milioni di persone vivono in zone dove sono superati contemporaneamente e regolarmente i limiti dei principali inquinanti dell'aria (Pm10, biossido di azoto e ozono.

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