giovedì 4 ottobre 2018

LE DISEGUAGLIANZE SOGGETTIVE PER L'ACCESSO ALLA SANITA'

In un mio recente intervento sulla sanità ho trattato il tema delle diseguaglianze che secondo me sono di due tipi: quelle soggettive, legate alle persone e quelle oggettive dipendenti dall'azienda erogatrice del servizio.
Purtroppo per economia di tempo non mi sono potuto soffermare su questi aspetti per cui ho pensato di tornarci su utilizzando il mio blog.
Come si vede dall'immagine le cause soggettive sono numerose e, a seconda delle persone possono influire in maniera diversa. 
La materia è stata oggetto in questi anni di notevoli studi come dimostrato dal Rapporto 2016  dell'Osservatorio nazionale sulla salute delle regioni italiane dell'Università Cattolica di Roma secondo cui "In Italia, nel 2015, le persone di 25 anni ed oltre che dichiarano di essere affette da diabete sono pari al 7,0% (3 milioni e 191 mila persone). Le persone affette da tale patologia sono, soprattutto, quelle con livello di istruzione più basso: la prevalenza della malattia è pari al 2,5% tra le persone con titolo di studio più elevato (laurea, dottorato di ricerca), sale al 3,8% e al 6,1% tra le persone con diploma superiore e scuola media, rispettivamente, e raggiunge il 17,2% tra chi ha al massimo la licenza elementare (Tabella 1). La disuguaglianza sociale è particolarmente accentuata a partire dai 45 anni. Tra i 45-64 anni la prevalenza del diabete è del 2,9% tra i laureati, 4,0% tra i diplomati, mentre raggiunge il 9,8% tra coloro che hanno al massimo conseguito la licenza elementare.
Analogamente, per le persone di 65 anni ed oltre, la prevalenza è pari al 9,3% tra i laureati e arriva al 20,1% tra gli anziani di status sociale più basso. Si osservano tendenze analoghe sia per gli uomini che per le donne, ma con differenze più marcate per le donne.
A livello territoriale, lo svantaggio maggiore si riscontra soprattutto al Meridione e nel Centro, dove le distanze tra chi possiede titoli di studio più alti e titoli di studio più bassi sono particolarmente elevate. In particolare, distanze più marcate si evidenziano in Calabria, Lazio, Campania, Basilicata e Puglia; valori più bassi, invece, si osservano in Veneto, nella provincia autonoma di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Liguria,Toscana e Valle d’Aosta".
La situazione economia naturalmente incide in quanto se ci sono lunghi tempi di attesa il ricco o chi può paga di tasca propria mentre chi non ha questa possibilità deve attendere oppure rinuncia alla visita o all'accertamento.
Anche l'età rappresenta un importante discrimine perché le persone anziane tendono a non curarsi.
La distanza del luogo dove si vive con quello dove si trovano le strutture sanitarie è un'altra fonte di disuguaglianza in quanto molti hanno difficoltà a muoversi per l'età o altro.
Ancora c'è il problema della mobilità dovuto sia alla scarsezza di mezzi pubblici che anche, talora al'impossibilità di utilizzare il proprio mezzo in quanto ad esempio al momento del rinnovo della patente questo è stato negato proprio a causa della patologia.
Infine c'è la questione degli immigrati i quali a causa della lingua e della non conoscenza delle modalità per ottenere le visite o le prestazioni non si curano.



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