«Rivalutare il potere di ordinanza dei sindaci», dare loro più poteri come anche alle Forze di Polizia, «che agiranno in base a norme più severe contro il degrado», anche «attraverso lo strumento dei regolamenti di polizia urbana», e valorizzare i comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica, nei quali saranno coinvolti i sindaci, per un «maggior raccordo sul territorio». Questo «l'asse» del disegno di legge sulla sicurezza urbana annunciato il 5 marzo a Roma al Viminale dal ministro dell'Interno Angelino Alfano al termine dell'incontro con una delegazione di sindaci italiani guidati dal presidente dell'Associazione nazionale comuni italiani (Anci) e sindaco di Torino Piero Fassino. Il ministro aveva promesso che avrebbe portato il ddl appena pronto in Consiglio dei ministri per poi sottoporlo al Parlamento. L'obiettivo primario, «la priorità», «è fare delle nostre città città più sicure», ma anche «garantire ai cittadini la percezione della sicurezza». Ci sono infatti una serie di fenomeni come «i writer, i parcheggiatori abusivi, contraffazione e abusivismo commerciale, racket dell'accattonaggio» per i quali, ha dichiarato Alfano, «si intende individuare altre fattispecie di reato» nell'ambito del disegno di legge.Temi ai quali Alfano ha dichiarato di tenere personalmente e che spesso nascondono - come nel caso dei parcheggiatori abusivi, ha fatto l'esempio il ministro - organizzazioni malavitose. «Fare squadra con i sindaci ha come obiettivo il calo dei reati» aveva proseguito Alfano ricordando che nel 2014 si è registrata una diminuzione superiore del 7% rispetto a quella registrata nel 2013, con alcuni «dati importanti: -12,8% delle rapine in abitazioni, -9,7% delle rapine nella pubblica via, -37, 5% di rapine in banca, -5,4% furti con strappo, -20,9% delle rapine negli uffici postali, -3,2 furti di autovetture». Si tratta di dati oggettivi, ha detto il ministro, «che scontano spesso una diversa percezione sulla sicurezza da parte dei cittadini». Un aspetto, questo, sottolineato anche dal presidente Anci Fassino: «La percezione dei cittadini è più alta dell'eventuale rischio reale». «Un tempo», ha spiegato il primo cittadino di Torino, «se un cittadino si sentiva insicuro lo chiedeva ai Carabinieri o alla Polizia, oggi lo chiede al Sindaco, di qui la necessità di concordare una strategia comune, e il disegno di legge è l'espressione di una coordinazione sulla sicurezza» su tutti i fronti. All'incontro erano presenti anche il viceministro all'Interno Filippo Bubbico e i sottosegretari Domenico Manzione e Gianpiero Bocci, il capo di gabinetto del ministro Luciana Lamorgese, il capo dell'ufficio Affari legislativi e Relazioni parlamentari Bruno Frattasi, il capo dipartimento della Pubblica sicurezza Alessandro Pansa, il capo dipartimento per gli Affari interni e territoriali Elisabetta Belgiorno e il capo dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione Mario Morcone. L'8 maggio il Presidente fassino dell'ANCI ha sollecitato il Governo perchè porti al più presto la questione in Consiglio dei Ministri.
Nessun commento:
Posta un commento