Nel documento presentato dalla Corte di conti in occasione del'audizione da parte della commissione bilancio sulla proposta di bilancio di previsione 2019 sono state esaminate anche le misure in materia sanitaria:
"Per quanto riguarda il settore sanitario, la legge di bilancio conferma a 114,4 miliardi il fabbisogno per il 2019 (1 miliardo in più rispetto al 2018) e prevede 2 miliardi aggiuntivi per il 2020 e altri 1,5 per il 2021. L’accesso ai fondi aggiuntivi è tuttavia condizionato alla stipula di un nuovo patto per la salute 2019-2021 entro il 31 gennaio 2019, che dovrebbe prevedere misure per la revisione del sistema dei ticket, la valutazione dei fabbisogni del personale, l’implementazione del raccordo tra sistemi informativi regionali e la struttura nazionale, la promozione della ricerca, l’efficientamento nell’utilizzo dei fattori di produzione soprattutto in relazione al ricorso a erogatori privati accreditati, la valutazione dei fabbisogni infrastrutturali e tecnologici. Vengono poi disposti ulteriori fondi per attivare borse di studio per medici di medicina generale che partecipano a corsi di formazione (10 milioni a decorrere dal 2019) e per aumentare il numero dei contratti di formazione specialistica (22,5 milioni nel 2019 che crescono a 68,4 nel 2021, per raggiungere i 100 milioni a partire dal 2023). La legge di bilancio rivede, inoltre, in crescita di 2 miliardi la dotazione del programma pluriennale in materia di ristrutturazione e di ammodernamento tecnologico ex articolo 20 della legge 67/1988. La possibilità di sottoscrivere accordi di programma con le regioni e l’assegnazione delle risorse è determinata annualmente in base alle effettive disponibilità di bilancio e riguarderà prioritariamente le regioni che abbiano esaurito le disponibilità finanziarie pregresse. Per il 2021 e il 2022 sono previsti 50 milioni annui finanziati a valere sul fondo per gli investimenti enti territoriali. Negli ultimi anni si sono ottenuti risultati significativi nella gestione del sistema sanitario. La collaborazione tra lo Stato e le Regioni ha permesso di proseguire nel percorso di riassorbimento delle inefficienze liberando risorse per il settore. Nell’ultimo anno sono stati rivisti i Livelli essenziali delle prestazioni rese dal Servizio sanitario nazionale; è stato predisposto il programma per le liste d’attesa, il piano nazionale cronicità e quello nazionale per la prevenzione vaccinale; ha preso corpo l’attuazione del DM n. 70 del 2015 con il riordino del sistema di assistenza ospedaliera e i Piani di rientro per gli ospedali e aziende sanitarie; sono stati potenziati gli strumenti di gestione del sistema informativo sanitario; è stato approvato il provvedimento in tema di responsabilità professionale e la legge 3/2018 con rilevanti misure in tema di ordini professionali e sicurezza alimentare. Rimangono tuttavia aperti diversi fronti, rispetto ai quali il profilo previsto per la spesa sanitaria e il contributo al fabbisogno garantito dallo Stato sono senza dubbio molto stringenti.
Va considerato inoltre che la dinamica della spesa sanitaria complessiva continua a crescere e che tra il 2016 e il 2017 quella a carico delle famiglie è aumentata di oltre 1 miliardo. Tale dato, insieme alle previsioni relative alle dinamiche demografiche, impone quindi scelte importanti e richiede che, nel trattare le criticità del settore, si vada oltre i confini della sanità trovando coerenze stabili, responsabilità e margini di gestione per i diversi livelli di governo".
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