sabato 24 novembre 2018

LUNEDI' 26 UNA NUOVA PUNTATA DELLA GUERRA APERTA TRA I CITTADINI DELLA PROVINCIA DI LATINA E LA DIREZIONE DELLA ASL SUI PUNTI DI PRIMO INTERVENTO

Cresce l'attenzione dei cittadini verso la gestione del Servizio Sanitario Regionale del Lazio che, mentre a Roma mantiene un livello sufficiente (11° posto in Italia), nelle province è a livelli molto bassi, fino ad arrivare in fondo alla qualifica a Latina (109° posto su 110).
Per cercare di fare quadrare i conti Ministeri e Regione hanno pensato bene di tagliare i Punti di Primo Intervento (PPI) senza rendersi conto che il territorio delle province è diverso da quello dalla città: è fatto di montagne, di distanze, di strade spesso prive di manutenzione e pericolose, ma soprattutto di tempi di percorrenza elevati e di gran lunga superiori agli otto minuti massimi previsti per le aree urbane, quasi che chi vive fuori della città debba essere obbligatoriamente a rischio ella vita.  
Per contrastare le voglie della Regione Lazio e del preposto locale, nella persona del dott. Giorgio Casati, direttore generale pro tempore dell'Azienda sanitaria locale Latina tutti i Sindaci si sono attivati adottando delibere e organizzando manifestazioni, ma anche i cittadini hanno costituito Comitati spontanei che già dall'estate scorsa sono scesi in campo per frenare questa scelta scellerata che rischia di mietere altre vittime in aggiunta a quelle già verificatesi in altre regioni ma anche ad Anagni (FR) a causa della chiusura (pardon loro la chiamano trasformazione) dei PPI.
Dopo il dibattito organizzato a Sabaudia il 10 novembre scorso, lunedì 26 novembre presso Il Gabbiano in viale diciotto dicembre, 124,  si terrà una assemblea pubblica alle ore 17:30 organizzata dal Comitato di Latina per la difesa dei PPI della provincia.
Una scelta importante che dimostra come la solidarietà tra i cittadini possa essere più forte di qualsiasi rete.
Il Comitato di Latina è pienamente consapevole dei rischi che rischierebbe lo stesso Pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti nel caso in cui venisse meno la preziosa opera dei sette PPI della provincia e in particolare dei cinque (Cori, Cisterna, Sezze, Priverno e Sabaudia) che oggi gravitano proprio su Latina e che tra codici bianchi, verdi, gialli e rossi hanno totalizzato l’anno scorso un totale di 46.000 accessi che sommati a quelli del Santa Maria Goretti porterebbero l’ospedale del capoluogo ad un totale di oltre 100.000 accessi superando il Policlinico Gemelli che ha dimensioni almeno quattro volte superiori al PS del Santa Maria Goretti, progettato alla fine degli anni 90 nella previsione che gli ospedali dei Lepini rimanessero a svolgere la loro preziosa opera di filtro.
Il Comitato di Latina ha già avviato una raccolta di firme per appoggiare gli altri Comitati e per costringere la Direzione generale dell’Azienda e modificare la proposta presentata evitando ogni tipo di rimodulazione o ridimensionamento dell’assistenza di emergenza/urgenza a livello territoriale e garantendo la presenza dei PPI quali presidi di prossimità di importanza fondamentale per gli anziani, i soggetti fragili, ecc.
All’incontro sono stati invitati tutti i Comitati della provincia, i trentatré Sindaci e i Sindacati.
Per quanto mi riguarda, in qualità di promotore del Comitato di Sabaudia, illustrerò con una serie di slides gli aspetti tecnico organizzativi e giuridici del sistema di emergenza urgenza con particolare attenzione alla situazione provinciale mettendo anche a confronto i servizi offerti oggi e cosa rimarrebbe se fosse approvata la proposta della direzione generale della ASL.   
Spero vivamente che anche questo possa contribuire a far recedere la direzione della ASL dalle sue voglie e a costringerla invece a potenziare i servizi sul territorio con i fatti e non a parole.  

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