giovedì 15 novembre 2018

I COMUNI DEVONO FAVORIRE LE POLITICHE DEL MOVIMENTO PER LA SALUTE DEI CITTADINI E PER LE RICADURE SULLA SOCIETA' IN TERMINI ECONOMICI

Le patologie cronico-degenerative rappresentano un grave e crescente problema sanitario, anche in ragione della transizione demografica e dei mutamenti del contesto socio-familiare in atto.
L'Istituto Superiore di sanità ha presentato un rapporto sull'importanza delle politiche del movimento per la salute e le ricadute sulla società.
Come è noto, infatti, nel nostro Paese, come in tutti i Paesi industrializzati, il carico economico per il Servizio sanitario rappresentato dai pazienti con patologie cronico-degenerative è crescente per effetto di cambiamenti demografici (invecchiamento), epidemiologici (fattori di rischio, aumento della sopravvivenza), di gestione del paziente (aumento della capacità diagnostica, introduzione di nuovi farmaci) ed economici (aumento dei costi per terapie innovative). Partendo dalla considerazione che i principali determinanti della spesa sanitaria lungo il percorso di vita del paziente affetto da patologia cronico-degenerativa sono riconducibili alle prestazioni specialistiche e diagnostiche ambulatoriali, ai trattamenti ospedalieri e alle terapie farmacologiche, con le stime che seguono si intendono individuare i costi dell’inattività fisica a carico del Servizio Sanitario Nazionale o, più precisamente, il risparmio derivante dall’adozione di stili di vita più salutari. 
Tale stima può essere effettuata sia con riferimento alla prevalenza delle malattie (ovvero al numero di casi con malattia nel periodo di riferimento), sia con riguardo all’incidenza delle stesse (ossia al numero di nuovi casi di malattia nel periodo di riferimento). 
Entrambe le stime prendono a riferimento quattro patologie, la cui incidenza può essere ridotta dall’adozione di stili di vita più salutari: la sindrome coronarica acuta, il diabete di tipo 2, il tumore alla mammella, il tumore al colon. 
Le stime basate sulla prevalenza della malattia – che prendono a riferimento sia i nuovi malati, sia i soggetti già affetti dalle richiamate patologie – consentono di affermare che un aumento dell’attività fisica determinerebbe un minor costo per il Servizio Sanitario Nazionale pari a 2.331.669.947 euro. 
Tale stima è definita partendo dai dati di prevalenza di patologia nella popolazione a livello nazionale (dati ISTAT 2016, AIRTUM 2015), ai quali sono stati applicati i rischi attribuibili (Population Attributable Fractions, PAF) alla completa inattività fisica, al fine di determinare i Rapporti ISTISAN 18/9 93 casi evitabili delle patologie considerate e, di conseguenza, i costi medi teorici stimati per patologia. 
Alla luce dei dati riportati, appare evidente la positiva ricaduta, sia per il singolo individuo, che per la collettività, degli interventi di prevenzione mirati all’adozione di stili di vita più salutari, che consentirebbe di evitare l’insorgenza delle patologie in esame e di perseguire un risparmio commisurato al costo procapite maturato dal cittadino lungo il percorso di cura.

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