Con deliberazione n. 981 in data 15 novembre scorso il Direttore generale della ASL Latina ha provveduto ad attribuire gli obiettivi per l'anno 2018 al direttore sanitario e a quello amministrativo.
Di norma gli obiettivi dovrebbero essere fissati all'inizio dell'anno e anche la Corte dei conti ha profondi dubbi sul fatto che possa poi essere liquidato il premio di risultato spettante quando è già passata ben oltre la metà dell'esercizio.
Ma i problemi arrivano quando si legge il testo degli obiettivi.
Infatti, per lo più si tratta di adempimenti rientranti tra i doveri propri della funzione cui sono preposti entrambi i dirigenti.
In molti casi è previsto quale obiettivo l'adozione di un atto deliberativo, come se, con la mera adozione dell'atto si esaurisse il compito del dirigente.
Un caso che definirei "patologico" è rappresentato dagli obiettivi relativi alla adozione dei Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziali, approvati dal presidente Zingaretti sin dal 2014 e poi rivisti nel 2016 (DCA U00113, ma anche lì si era in grave ritardo) che, tra l'altro vengono proposti come soluzione ai problemi di emergenza urgenza della popolazione locale quasi in alternativa ai Punti di Primo Intervento.
Si tratta di procedure estremamente complesse che richiedono il coinvolgimento di molti professionisti oltre che dei medici di base, l'acquisizione di apparecchiature (ad esempio lo pneumologo presente al poliambulatorio di Sabaudia non ha neanche lo spirometro per cui non si comprende come possa effettuare le misurazioni periodiche della capacità respiratoria dei pazienti, ma, almeno fino a questa estate l'unico spirometro presente al Santa Maria Goretti era anch'esso guasto).
L'obiettivo dei nostri dirigenti sarà raggiunto solo firmando una deliberazione o sarebbe stato opportuno definire meglio gli obiettivi per ottenere un effettivo outcome?
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