Ieri, 13 novembre, si è tenuta presso la sala
consiliare la Conferenza locale sociale e sanitaria della ASL Latina per l’esame
di tre punti all’ordine del giorno:
1) Una
modifica dell’Atto aziendale;
2) La
riorganizzazione dell’assistenza distrettuale;
3) La
rimodulazione dei Punti di primo Intervento.
Com’è noto la normativa che regola la Conferenza
sono gli artt. 12 e 13 della L.R: 18/94 e s.m.i.
In base al 4° comma dell’art. 12 ciascun sindaco dispone
di un numero di voti pari al numero degli abitanti residenti nel comune o nella
circoscrizione arrotondato a cento per difetto o per eccesso, per frazioni,
rispettivamente, inferiori e pari o superiori a cinquanta. I dati relativi alla
popolazione devono essere riferiti all'ultimo censimento ufficiale. Pertanto un
peso notevole lo ha il Comune capoluogo.
Molti gli assenti dei trentatré Comuni che costituiscono
la nostra provincia.
Da quanto accertato non esiste un regolamento
adottato dall’assemblea per disciplinare i lavori per cui le decisioni sono
prese di volta in volta. Sembra inoltre che nel recente passato non fosse mai
avvenuto che il pubblico prendesse parte ai lavori.
Prima di entrare nella sala ho provveduto a far
protocollare una richiesta di accesso generalizzato agli atti (FOIA) per avere
copia del verbale della seduta; pare che fino ad oggi non fosse mai stata fata
una richiesta del genere tanto che l’impiegata si è assentata per andare a
prendere ordini superiori…di questo ho informato il Sindaco di Latina che ho
incontrato mentre poi mi avviavo a prendere posto.
All’inizio dei lavori è stata presentata una
richiesta di inversione dell’ordine del giorno allo scopo di discutere per primo
il punto relativo ai PPI.
È
stato quindi presentato un documento predisposto dall’Ordine dei medici, incaricato
dai Sindaci di studiare la cosa che, dopo aver analizzato la proposta della
direzione generale della ASL contiene una proposta alternativa con la quale si
ipotizza la trasformazione del PPI in Ambulatori dell’emergenza medica (ADEM) nei
quali opererebbero medici in possesso di
apposito attestato di idoneità all’esercizio dell’attività di emergenza
sanitaria territoriale che, affiancando l’opera delle UCP (vedi sotto)
garantiscono la possibilità di effettuare prestazioni inquadrabili nell’urgenza
medica (codici 3, 4, e 5 dal 1 gennaio 2019 nella Regione Lazio) assicurando
una maggiore immediatezza delle prime cure, evitando in tal modo di intasare
l’attività delle Unità di Cure Primarie (UCP) e procedendo al primo soccorso e
stabilizzazione dei codici 1 e 2 di emergenza/urgenza, prima del loro
trasferimento ad una struttura ospedaliera attraverso il sistema 118.
Il documento è fondato su argomentazioni di
tipo medico e sottolinea in particolare le differenze dei compiti tra medici
della continuità assistenziale e medici della emergenza territoriale.
Nella discussione sono intervenuti quasi tutti
i presenti per affermare di non condividere la proposta del Direttore della
ASL; peraltro non si è arrivati ad una votazione così, dopo l’intervento di
quest’ultimo, che ha chiesto alcuni giorni per l’esame della proposta dell’Ordine,
si è passati alla questione relativa ad alcune modifiche dell’atto aziendale
riguardanti alcune Unità operative complesse che è stata approvata all’unanimità.
Il terzo punto, data la sua complessità è stato
rinviato ad una prossima seduta.
Alla fine della seduta, nonostante un deciso
intervento del Sindaco di Cori non è stata accolta la sua richiesta di
procedere comunque alla votazione sulla proposta della direzione generale.
È stato deciso che sarà riconvocato il Comitato
dei rappresentanti (che ha compiti esecutivi simili a quelli della Giunta
comunale), ma non è stato deciso quando.
Si
seguita così a procedere quasi in maniera ineluttabile verso le scadenze
previste nel cronoprogramma della direzione generale nel silenzio della Regione
sorda a quanto avviene ed in particolare al fatto che le Aziende stanno dando
attuazione alla trasformazione dei PPI in maniera diseguale tra loro venendo a
creare una confusione rilevante tra un territorio e l’altro.
Si è
perduta una occasione per votare contro il documento della direzione generale.
Meno
male che il Comitato per la difesa del PPI di Sabaudia ha già inviato alla
Regione la propria opposizione nella quale vengono evidenziate sotto l’aspetto
tecnico-amministrativo tutte le illegittimità della proposta della direzione
generale sostenute da pronunce della Corte Costituzionale e da sentenze del Consiglio
di Stato.
Il
prossimo appuntamento per il futuro dei PPI è confermato per il 30 novembre con
la manifestazione che si concluderà sotto la sede della direzione generale della
ASL al centro direzionale di Latina Fiori.
Interessantissimo l'articolo. Contiene informazioni che solo gli addetti ai lavori sono in grado di apprezzarne il valore e, spesso, neanche loro. Il tutto dovrebbe appartenere ad un processo di emancipazione dei cittadini e di chi li rappresenta per consentire un salto di qualità nella gestione dei servizi essenziali di natura pubblica.
RispondiElimina