Purtroppo da qualche tempo in molti vanno segnalando come benché l’Italia sia ai primi posti per stato di salute in Europa, preoccupino l'invecchiamento della popolazione, le patologie croniche e il rapporto con la spesa sanitaria.
Queste tematiche sono state evidenziate anche nel Rapporto annuale Meridiano Sanità, elaborato da The European House - Ambrosetti.
Abbiamo accumulato pesanti ritardi nella spesa per le patologie a lungo termine e per la protezione sociale, anche perché sappiamo che la popolazione che supera i 65 anni è destinata ad aumentare, passando da 13,4 milioni nel 2016 a 16 milioni nel 2030.
Nonostante le chiacchiere la prea in carico dei cronici in molte parti d'Italia è lontana da venire.
Il Rapporto evidenzia inoltre come “la quota delle risorse destinate alla sanità rispetto all’andamento dell’economia è in calo, ed è destinata a diminuire nei prossimi anni. Il Mef prevede che il rapporto spesa sanitaria pubblica/Pil si ridurrà di 0,3 punti percentuali tra 2017 e 2020, raggiungendo il 6,3%. Inoltre, nel confronto internazionale nel nostro Paese si rilevano già livelli di spesa sanitaria totale inferiori rispetto alle principali economie europee (3.064 euro in Italia vs 5.015 euro in Germania)".
Il Rapporto mette infine in relazione anche le performance dei sistemi sanitari regionali: “le Regioni con lo 'stato di salute' della popolazione migliore (tutte del Nord) sono anche quelle caratterizzate da un 'indice di mantenimento dello stato di salute' maggiore. Questa relazione mette in evidenza come, purtroppo, il divario tra Nord e Sud sembra destinato ad aumentare. Lo stato di salute migliore è rilevato nelle Province Autonome di Bolzano e Trento, che riportano un punteggio rispettivamente pari a 9,4 e 9,1.
Al contrario, le performance peggiori sono registrate dalle Regioni del Sud Italia e in particolare dalla Campania (il cui punteggio è pari a 2,7).
Non sembra che il nuovo Governo sia deciso ad eliminare queste diseguaglianze.
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