mercoledì 2 ottobre 2019

MANCANO SOLO 88 GIORNI ALLA DISATTIVAZIONE DEL VECCHIO PPI E ALL'ATTIVAZIONE DELLA NUOVA STRUTTURA



A distanza di un anno facciamo il punto sul Punto di primo intervento di Sabaudia.
La direzione generale con un documento datato 25 ottobre 2018 aveva presentato ai Sindaci la seguente proposta di rimodulazione dei Punti di primo intervento:
1)     Informatizzazione dei dati relativi alle attività di tutti i PPI quale presupposto per l'analisi puntuale delle attività svolte e i relativi flussi temporali; 
2) Passaggio della gestione del personale/attività attualmente assicurate dai PPI dalla attuale rete ospedaliera alla rete territoriale assumendo successivamwnte la dizione, in accordo con la programmazione regionale già in atto, di “Ambulatorio di Cure Primarie Specializzato – ACPS” o altra dizione individuata a livello regionale; 
3) Rimodulazione dell'orario di apertura dei PPI (rectius ACPS) portandolo dalle attuali 24/h a 12/h giornaliere (08.00-20.00) tutti i giorni domenica e festivi compresi; 
4) Trasferimento, ove possibile, delle attuali sede di Continuità Assistenziali presso le sedi degli attuali PPI e contestuale attivazione dell’attività ambulatoriale di tale Servizio durante il relativo orario di apertura (tutti i giorni: 20.00-08.00 – Sabato 10.00-20.00 – Domenica e Festivi 8.00-20.00) al fine di assicurare, in ogni caso, una presenza medica ambulatoriale sul territorio per le necessità di assistenza minori durante la notte; 
5) Inserimento di tali strutture, previa rimodulazione ed esplicitazione delle competenze, nella rete territoriale prevedendo il coinvolgimento (anche informatico) della Continuità Assistenziale e dei MMG organizzati in UCP nonché ove possibile del sevizio ARES 118 (protocolli di attivazione). Al riguardo appaiono ipotizzabili, in attesa e propedeuticamente alle decisioni regionali, accordi locali, sulla base delle peculiarità delle singole sedi, nel rispetto di indicazioni regionali quadro; 
6) Utilizzo delle risorse liberatesi dalla rimodulazione dell'orario degli attuali PPI, quale sopra indicato, per l'implementazione immediata, in tali realtà, della presa in carico dei pazienti cronici (anche per dare percezione diretta ai cittadini dei cambiamenti positivi in corso) e per cui è da prevedersi la piena utilizzazione / centralità delle competenze ex lege delle UCP e delle Case della Salute; 
7) Predisposizione ed attuazione di apposita campagna informativa istituzionale con il coinvolgimento fondamentale, oltre che della Regione, dei MMG/PLS e delle realtà locali (Comuni, Sindacati, Associazioni di Volontariato, network locali ecc.).
Come si può comprendere ci sarebbe stata una gravissima dequalificazione del servizio, identica a quanto fatto già in quel periodo ad Anagni, dove, dopo appena due giorni dalla c.d. "trasformazione" del locale PPI in un punto di assistenza territoriale gestito da medici di base H12 e senza infermieri una persona punta da calabrone è rimasta uccisa poiché quel presidio non gli ha potuto dare le cure del caso. 
Pertanto dopo aver fatto opposizione alla Regione, scritto al Ministro Grillo, al Presidente della Camera si è ottenuto dalla Regione che i PPI non venissero chiusi il 31 dicembre 2018 grazie ad una proroga al 31 dicembre 2019; successivamente il 15 gennaio di quest'anno il Comitato per la difesa del Punto di primo Intervento di Sabaudia ha presentato una proposta per realizzare in ognuno dei sette Comuni della provincia di Latina  dove oggi è presente un PPI una Casa della Salute con un PPI come modulo aggiuntivo in attuazione del DCA U00412/2017 di Zingaretti.   
Non sono pervenute risposte a quest'ultima proposta, ma dopo il nuovo decreto del presidente della Regione n. U00303 pubblicato il 13 agosto che prevedeva la trasformazione di tutti i PPI in presidi di cure primarie Sindaci e Comitati sono dovuti intervenire duramente e dopo l'incontro in data 5 settembre dei Sindaci con l'assessore e la contemporanea manifestazione dei Comitati sotto il palazzo la direzione generale della ASL ha formulato con una deliberazione del 12 settembre scorso, n. 849, una nuova proposta che prevede tra l'altro:
1) Mantenimento del sistema informatico GIPSE che ha consentito di confermare come i pazienti accedano ai PPI anche nelle ore notturne; 
2) Attivazione presso l'attuale struttura di una apposita struttura territoriale - afferente al dipartimento dell'Assistenza Primaria deputata principalmente alla gestione delle urgenze minori di stretta competenza territoriale sia di tipo chirurgico (trattamento di traumi minori quali ferite, non complicate ustioni di grado minore, distorsioni e fratture minori composte, ecc.) che medico ( odontalgie gravi, coliche addominali, reazioni allergiche minori, crisi ipoglicemiche ecc.);
3) Apertura del PPI  H24 come ora e non più con la riduzione alle 12 ore diurne;
4) Conservazione del personale medico esperto in emergenza territoriale ed infermieristico attualmente in servizio e approvazione entro il 31 dicembre di un regolamento prevedendo i protocolli necessari per assicurare il necessario collegamento in rete H24 con i  servizi di pronto soccorso ospedalieri, L'ARES 118 nonché le strutture territoriali;
5) inclusione delle nuove strutture all'interno della Casa della salute che sarà realizzata utilizzando la struttura dell'ex ospedale di Sabaudia.
Un grande passo avanti, tuttavia si ritiene che sia necessario da parte della direzione generale fare un altro sforzo sui seguenti temi:
a)  Formalizzare la denominazione della nuova struttura,
b)   Fermo restando l’incardinamento della nuova struttura a livello di Distretto ai sensi dell’art. 10 della legge 833/1978 e l’afferenza al Dipartimento di Assistenza Primaria, prevedere il necessario coordinamento e collegamento organizzativo e funzionale con il DEA di riferimento e il Sistema di emergenza-urgenza a livello provinciale e regionale;
c) Chiarire meglio le competenze della nuova struttura dato che in particolare non è  stato previsto il comportamento che il personale debba tenere nei casi più gravi che dovrebbe comprendere la stabilizzazione del paziente in fase critica attivandone poi il trasporto presso l'ospedale più idoneo secondo protocolli definiti (dall'assenza di questo riferimento potrebbero sorgere possibili problemi medico legali);
d)  Approvare un regolamento dei compiti del personale e dei relativi protocolli per i rapporti con il Sistema di emergenza-urgenza onde evitare problemi di ordine medico legale e responsabilità per gli operatori interessati; 
e)Approvare un cronoprogramma specifico per l'attivazione della nuova struttura coprendente tutte le varie fasi fino alla sua attivazione prevista per il 1° gennaio 2020. 
Per il Comitato per la difesa del PPI di Sabaudia con una lettera  in data 14 settembre ha inviato una serie di osservazioni alla direzione generale della ASL e alla regione con preghiera di volerle recepire modificando la delibera citata in autotutela.
Invece di rispondere al nostro Comitato in data 19 settembre la direzione generale della ASL ha inviato una lettera ai Sindaci dei sette Comuni oggi sede di PPI fornendo una serie di chiarimenti per quanto riguarda il passaggio della responsabilità organizzativa della funzione dalla rete ospedaliera al Dipartimento di assistenza primaria e in merito alle professionalità operanti all'interno della futura struttura deputata alla gestione delle urgenze. 
Nella lettera del direttore generale della ASL viene fatto cenno anche alla questione dei costi, problema questo che è sorto a causa dell'inserimento da parte della Regione della cosiddetta trasformazione dei PPI nel provvedimento relativo al piano di rientro dal disavanzo della regione, come se il PPI (i sette della provincia di Latina nel 2018 hanno avuto un costo di soli 11.722.000 euro) fosse la causa dei disavanzi del Servizio Sanitario Regionale il cui FSR ammonta per l'anno 2019 ad  oltre 12 miliardi di euro.
Quella della direzione generale vorrebbe essere una lettera conciliante che però purtroppo non modifica (né avrebbe potuto) il DCA U00303/2019 né la delibera 849/2019 ignorando il problema del trattamento presso il PPI dei casi gravi con possibile messa a repentaglio della vita delle persone, pertanto il nostro Comitato come pure gli altri, resta in attesa di leggere il testo dell'atto con cui la direzione generale modificherà in autotutela il procedente provvedimento come richiesto.
Nel frattempo i legali dei Comuni che hanno deliberato di presentare il ricorso e dei Comitati civici che sono legittimati a farlo, preparano gli atti per ricorrere avverso il DCA U00303 mentre noi seguiteremo a vigilare, sollecitare, pungolare affinché il diritto alla salute dei cittadini di Sabaudia venga rispettato e non sia messo a rischio nei casi di emergenza urgenza.
Mancano solo 88 giorni alla disattivazione del PPI (e con essa al venire meno di tutte le relative procedure, protocolli, ecc.) e ancora mancano tutti i provvedimenti necessari all'attivazione della nuova struttura. 

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