domenica 13 ottobre 2019

ANNUNCIATI REQUISITI PIU' STRINGENTI PER LE NOMINE DEI DIRETTORI GENERALI DELLE AZIENDE SANITARIE, MA POI CHI CONTROLLA QUELLO CHE FANNO?

Sui quotidiani di oggi 14 ottobre viene dato ampio spazio alle dichiarazioni del vice presidente del Consiglio che avrebbe annunciato di voler "togliere" alle regioni le nomine dei direttori generali delle aziende sanitarie locali e ospedaliere cosa peraltro non consentita dalla Costituzione per cui di fatto di dovrà limitare ad imporre regole più restrittive alle regioni per la scelta dei direttori generali.
Attualmente la normativa che regola la materia è contenuta nel D.lgs. 4 agosto 2016, n. 171 che ha ripristinato l'elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di direttore generale delle aziende sanitarie (peraltro già esistente al momento dell'attuazione del D.lgs 502/1992 e poi cancellato) prevedendo i seguenti  requisiti : 
a) diploma di laurea di cui all'ordinamento previgente al decreto ministeriale 3 novembre 1999, n. 509, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 4 gennaio 2000, n. 2, ovvero laurea specialistica o magistrale;
b) comprovata esperienza dirigenziale, almeno quinquennale, nel settore sanitario o settennale in altri settori, con autonomia gestionale e diretta responsabilità delle risorse umane, tecniche e o finanziarie, maturata nel settore pubblico o nel settore privato;
c) attestato rilasciato all'esito del corso di formazione in materia di sanità pubblica e di organizzazione e gestione sanitaria.
Come si vede si tratta di requisiti che possono essere definiti sufficienti anche se giustamente migliorabili.
Il problema invece è dovuto alla inadeguatezza dei controlli da parte degli organismi regionali preposti tanto che ci sono molte aziende sanitarie in permanente disavanzo senza che questo abbia comportato la cessazione dell'incarico dei direttori generali coinvolti né impedito il riconoscimento agli stessi  di tutti gli emolumenti accessori connessi al raggiungimento degli obiettivi gestionali.
Le regioni assegnano annualmente degli obiettivi ai direttori generali come ad esempio: pareggio di bilancio, gestione delle liste di attesa, tempi di accesso al pronto soccorso, gestione del patrimonio, ecc.   
Gli Organismi di Valutazione Regionali non verificano in maniera adeguata  il raggiungimento degli obiettivi assegnati annualmente ai direttori generali con il risultato che direttori generali di aziende in disavanzo e/o con gravi problemi gestionali percepiscono anche il massimo del premo di risultato, mentre i cittadini stanno a guardare.  
Le Conferenze locali sociali e sanitarie che hanno per legge il compito di verificare l'operato dei direttori generali e di cui fanno parte i Sindaci non svolgono in maniera adeguata il loro compito.
I sindacati sono stati di fatto esclusi dalle valutazioni.
I cittadini che sono i diretti interessati e che vivono sulla loro pelle, quotidianamente i problemi della gestione della sanità vengono di fatto esclusi dalle verifiche mentre invece potrebbero dare un grande contributo.

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