mercoledì 23 ottobre 2019

I NUMERI DEL CANCRO: COME UNA MAGGIORE PREVENZIONE POSSA IMPEDIRE NUOVI CASI DI TUMORE

E' stata pubblicata in questi giorni la settima edizione del volume “I numeri del cancro in Italia” curata dall'associazione dei registri dei Tumori e (AIRTUM) e dall'associazione medici oncologi (AIOM) .
Il nuovo rapporto riconferma la qualità del nostro sistema sanitario nella sua globalità: la sopravvivenza nel nostro Paese è allineata alla media europea e per molti tipi di tumore è superiore. 
Quello che veniva un tempo considerato un “male incurabile” è divenuto in moltissimi casi una patologia da cui si può guarire o, comunque, con cui si può convivere: sta diventando infatti sempre più frequentemente una malattia cronica che consente alle persone colpite di avere una vita attiva e soddisfacente. 
Negli ultimi decenni si è registrato in Italia un costante incremento della prevalenza di pazienti con storia di cancro: erano 2 milioni e 244 mila nel 2006, sono aumentati sino a oltre 3 milioni nel 2017. 
Nel 2020 saranno 4 milioni e mezzo. 
Le Istituzioni e i clinici devono essere in grado di rispondere alle esigenze di questi pazienti, che guariscono o possono convivere a lungo con la malattia, e che rivendicano il diritto di tornare a un’esistenza “normale”. 
In quest’ambito l’Italia rappresenta un modello per l’Europa per l’attenzione alla preservazione della fertilità, per i programmi riabilitativi e di sostegno psico-sociale e per una legislazione che tenda a garantire i diritti della persona malata.
I dati epidemiologici che ogni anno questo volume presenta costituiscono la fotografia dello stato dell’Oncologia italiana, evidenziando insieme risultati ottenuti e criticità ancora attuali.
Gli andamenti sono evidenti: l’effetto combinato della prevenzione primaria, ed in primis della lotta al tabagismo, della diffusione degli screening, del progressivo sviluppo e miglioramento dei percorsi diagnostici e delle prospettive terapeutiche si accompagna ad una riduzione di nuovi casi e globalmente ad un miglioramento nella sopravvivenza. 
Resta ancora molto da fare per combattere in maniera ancora più incisiva l’abitudine al fumo di sigaretta, in particolare per i giovani e per le donne, tra le quali continuano a crescere l’incidenza e la mortalità per tumore del polmone, direttamente correlato all’abitudine tabagica, e per una maggiore penetrazione dei programmi di screening, che in alcune aree del Paese presentano ancora bassi livelli di diffusione. 
È necessario continuare a promuovere campagne di sensibilizzazione, perché il 40% dei casi di tumore può essere evitato seguendo uno stile di vita sano, e con la prevenzione si possono inoltre generare risparmi e liberare risorse che potrebbero essere indirizzate alla promozione di progetti di ricerca e alla disponibilità di nuove terapie.

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