Il PIANO NAZIONALE RESIDUI (di seguito PNR) è un piano di sorveglianza che si attua in Italia per la ricerca dei residui delle sostanze farmacologicamente attive e dei contaminanti negli animali vivi, nei loro escrementi e nei liquidi biologici, negli alimenti per animali e nell’acqua di abbeveraggio nonché nei tessuti e negli alimenti di origine animale. Il campionamento si effettua nella fase di allevamento degli animali e nella prima trasformazione dei prodotti di origine animale.
Gli obiettivi del PNR sono i seguenti:
1) svelare i casi di somministrazione illecita di sostanze vietate;
2) evidenziare i casi di somministrazione di sostanze non autorizzate o utilizzate a condizioni diverse da quelle autorizzate;
3) verificare la conformità dei residui di medicinali veterinari, di prodotti fitosanitari e di contaminanti ambientali con i limiti massimi di residui e con i tenori massimi fissati dalle norme comunitarie e nazionali.
Il PNR si struttura tenendo conto di quanto stabilito dal decreto legislativo 16 marzo 2006, n. 158, e successive modifiche, recante attuazione dei provvedimenti comunitari:
▪ direttiva 96/22/CE concernente il divieto d'utilizzazione di talune sostanze ad azione ormonica, tireostatica e delle sostanze β-agoniste nelle produzioni animali;
▪ direttiva 96/23/CE concernente le misure di controllo su talune sostanze e sui loro residui negli animali vivi e nei loro prodotti;
▪ decisione 97/747/CE che fissa i livelli e le frequenze di prelievo di campioni per il controllo di talune sostanze e dei loro residui in alcuni prodotti di origine animale;
▪ decisione 98/179/CE recante modalità d’applicazione per il prelievo ufficiale di campioni al fine della sorveglianza di talune sostanze e sui loro residui negli animali vivi e nei prodotti di origine animale.
Il Ministero della Salute - Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione - è responsabile per:
▪ l’elaborazione del PNR;
▪ il coordinamento delle attività dei servizi centrali e regionali incaricati della sorveglianza sui residui;
▪ la raccolta delle informazioni necessarie a valutare le misure adottate e i risultati ottenuti;
▪ la trasmissione alla Commissione europea e ad EFSA delle informazioni sul Piano e dei risultati annuali.
Il PNR viene elaborato annualmente, in collaborazione con le Regioni e le Province Autonome, i Laboratori Nazionali di Riferimento per i residui e gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, tenendo conto di:
▪ specifiche richieste della Commissione europea e dei Laboratori Europei di Riferimento per i residui;
▪ non conformità riscontrate negli anni precedenti;
▪ variazione delle realtà produttive territoriali; ▪ segnalazioni di allerta, attivate negli anni precedenti, relative a residui chimici in alimenti e mangimi;
▪ aggiornamenti scientifici e/o normativi;
▪ qualsiasi altro elemento ritenuto utile ai fini della sorveglianza dei residui (attività dei NAS, indicazioni da parte del Nucleo di farmacosorveglianza, dati di utilizzo dei farmaci, ecc.)
La criticità principale riscontrata nell’attuazione del PNR 2018 è relativa al mancato
raggiungimento degli obiettivi comunitari per la selvaggina cacciata e per i volatili da cortile,
per i quali il numero di campioni prelevati risulta inferiore rispetto al numero minimo dei
campioni richiesto dalle norme.
Inoltre, dal confronto con le attività pianificate dal Ministero nel PNR 2018, appare evidente il
mancato raggiungimento degli obiettivi per tutti i settori produttivi, tranne che per il latte e la
selvaggina allevata.
Le criticità sopra evidenziate dipendono prevalentemente dal differente criterio di conteggio
adottato dal formato SSD2 e da EFSA per la reportistica delle attività, rispetto ai criteri adottati
in passato per la reportistica del vecchio sistema NSIS.
E’ auspicabile che le Regioni/P.A. tengano conto di questo disallineamento per programmare
in futuro le attività di campionamento.
Altra criticità riscontrata nell’attuazione del PNR 2018 è quella relativa alla qualità dei dati
rendicontati: sono stati riscontrati infatti molti errori di inserimento del dato, in particolare di
quello analitico, che in alcuni casi potrebbero pregiudicare la trasmissione verso EFSA. Su
questa problematica va avviata una profonda riflessione, che potrebbe portare alla definizione
di regole informatiche più stringenti e interventi volti ad assicurare dati coerenti.
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