martedì 20 ottobre 2015

A CHE PUNTO SIAMO CON LA RIFORMA DELLA P.A.?

Dopo l'approvazione tra esaltazioni delle grandi novità promesse della legge per la riforma della Pubblica Amministrazione (n.124/2015), proseguite anche al momento della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 13 agosto, siamo in attesa di leggere i decreti delegati, che poi rappresenteranno la sostanza vera di questa "ennesima" riforma. Tra un Governo e l'altro ognuno cerca di dare una svolta ma da quando Cassese denunciò le tante incongruenze e Giannini pubblicò il suo rapporto, non sembra che si siano fatti molti passi avanti dato che quella di Brunetta è stata poco più di un flop con la sua "performance" ridotta quasi sempre alla descrizione formale di attività ordinarie, con una assenza totale di obiettivi veri, di una verifica fatta con indicatori specifici, ecc. Il tutto affidato a  valutatori (l'OIV) che troppo spesso sono privi dei requisiti di legge (capacità ed esperienza) oppure che hanno ampiamente superato l'età sinodale essendo stati collocati in pensione da anni, alla faccia delle direttive della CIVIT (oggi ANAC). per non parlare di politici trombati che in un modo o nell'altro rientrano dalla finestra anche qui in barba alle incompatibilità. La Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione avrebbe dovuto formare la nuova classe dirigente, ma se poi non assumono chi ha seguito i corsi che ne fanno? Nel frattempo a gestire Ministeri ecc. ci sono i soliti noti. Nonostante le riforme il personale dei Ministeri con una scusa o con l'altra aumenta ( vedasi Agenzia per il farmaco). In molti casi ci sono duplicati di competenze con le regioni. All'epoca della Guerra 15-18, l'unica vinta dall'Italia, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri c'erano 9  (nove) tra dirigenti e impiegati, ora quanti ce ne sono? Ma quando si farà una riforma vera? Attendo con impazienza di leggere i decreti delegati.

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