Il Consiglio di Stato Sez. V in data 1° ottobre ha adottato la sentenza n. N. 4594. Una decisione interessante in quanto affronta il problema dei rapporti tra Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche (TSAP) e Giudice ordinario. La sentenza sostiene che l’art. 143, R.D. n. 1775/1933, comma 1, lett. a), si riferisce ai «ricorsi per incompetenza, per eccesso di potere e per
violazione di legge avverso i provvedimenti definitivi presi
dall'amministrazione in materia di acque pubbliche”.
La norma in
questione, prosegue il Consiglio di Stato, non limita la giurisdizione del TSAP alle controversie tra concedente
e concessionario in tema di derivazione idrica, ma utilizza una formula più
ampia, facendo riferimento più in generale alla « materia delle acque
pubbliche».
Tale nozione è
stata chiarita con il contributo della giurisprudenza delle magistrature superiori
ed in particolare, delle Sezioni Unite della Cassazione e del Consiglio di
Stato.
In particolare,
l’ambito della giurisdizione del TSAP è stato individuato in relazione a tutti
i provvedimenti aventi incidenza diretta e immediata di tali atti sul regime
delle acque pubbliche, inteso come regolamentazione del loro decorso e della
loro utilizzazione (cfr. Cons. St., Sez. IV, 19 marzo 2015, n. 1508). La medesima Sezione rammenda di aver anche chiarito (cfr. Cons. St., Sez. V, 7 luglio 2014, n. 3436) che
la giurisdizione del TSAP ha ad oggetto i provvedimenti che, pur se promananti
da autorità diverse da quelle specificamente preposte alla tutela delle acque,
siano caratterizzati dall'incidenza diretta sulla materia delle acque pubbliche
e concorrano, in concreto, a disciplinare la realizzazione, la localizzazione,
la gestione e l'esercizio delle opere idrauliche, ivi compresi pure i
provvedimenti espropriativi o di occupazione d'urgenza delle aree occorrenti
per la realizzazione dell'opera idraulica, oltre agli atti comunque influenti
sulla sua localizzazione sul suo spostamento. Restano, invece, sottratte alla
giurisdizione del TSAP quelle controversie nelle quali i provvedimenti
impugnati incidono sulla materia e sul regime delle acque pubbliche in via
meramente strumentale ed indiretta. Nello stesso senso
è la giurisprudenza della Corte di Cassazione, che utilizza lo stesso criterio
esegetico dell’immediata incidenza dell’atto sull’uso delle acque (cfr. Cass.,
Sez. Un., 20 settembre 2013, n. 21593). Così, Cass, Sez. Un., 25 ottobre 2013,
n. 24154, ha ritenuto sussistente la giurisdizione del TSAP nel caso di
impugnazione dell'atto di approvazione, da parte della P.A., con deliberazione
contenente anche la dichiarazione di pubblica utilità ai fini ablatori, di un
progetto per la realizzazione di un serbatoio di accumulo di acque pubbliche. In questo senso
deve rilevarsi che la giurisdizione del g.a. prevale su quella del TSAP in
quelle controversie concernenti atti solo strumentalmente inseriti in
procedimenti finalizzati ad incidere sul regime delle acque pubbliche, in cui
rileva esclusivamente l'interesse al rispetto delle norme di legge nelle
procedure amministrative volte all'affidamento di concessioni o di appalti di
opere relative a tali acque (cfr. Cass., Sez. Un., 19 aprile 2013, n. 9534). Nella fattispecie
in esame, è stata corretta la valutazione operata dal primo giudice, dal momento che
l’originario ricorrente impugnava un provvedimento dell’amministrazione di
‘dichiarazione di difetto di interesse’ rispetto alla proposta di un project
financing avente ad oggetto lavori di ristrutturazione e di rinnovamento degli
impianti utilizzati per il prelievo di acqua per l’esercizio di due centrali
idroelettriche.
Si tratta in
definitiva di opere idrauliche che incidono direttamente sull’uso di acque
pubbliche, sicché in base al criterio di riparto di giurisdizione condiviso da
questo Consiglio e dalla Corte di Cassazione non appare dubbia nella
fattispecie la giurisdizione del TSAP.
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