sabato 24 ottobre 2015

IL BUCO NERO DEGLI OSPEDALI ROMANI PENALIZZA L'ASSISTENZA TERRITORIALE NELLE PROVINCE DEL LAZIO

L'Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali ha fatto uno studio approfondito sui costi dei principali ospedali italiani mettendo a confronto i costi del personale e quello dei principali servizi: ristorazione, lavanderia, riscaldamento ecc. Gli ospedali romani purtroppo hanno un triste primato sia per quanto riguarda il rapporto tra personale amministrativo e posti letto che per quanto riguarda questi servizi esternalizzati che hanno dei costi molto più elevati rispetto a servizi analoghi resi in  altre regioni come ad esempio le Marche (Policlinico di Ancona). Oltre all'aspetto dei costi c'è da aggiungere anche il problema della scarsa qualità in quanto a fronte di vassoi personalizzati con la dieta specifica del paziente confezionati in cucina, abbiamo oramai quasi ovunque portate invaschettate che sanno solo di plastica e che i pazienti anziani hanno anche difficoltà ad aprire da soli.
Questi costi troppo elevati rispetto alla media (i famosi costi standard dove sono finiti?)  sono anche indicatori che richiederebbero una maggiore attenzione da parte di chi dovrebbe controllare e che troppo spesso non lo fa, per capire come mai ci sia questa differenza con altre realtà italiane e se non ci siano problemi di integrità anche nella sanità oltre che nel Comune. Quando tutti questi servizi erano a gestione diretta costavano meno e la qualità era migliore.
Nello stesso tempo questi costi elevati sottraggono preziose risorse all'assistenza territoriale nelle province che, specialmente nel sud del Lazio sono molto penalizzate dalle lunghe distanze e dalla scarsità di presidi adeguati, anche perché nonostante le promesse  il processo di realizzazione delle Case della salute, questo presidio di prossimità tanto atteso, stenta a decollare e ancora molti distretti sono in attesa di vederne l'apertura. Così l'assistenza ospedaliera del Lazio seguita a succhiare risorse in maniera superiore alle promesse contenute nel famoso Patto per la salute firmato con tanto clamore l'anno passato e che avrebbe dovuto portare ad una inversione di tendenza permettendo all'assistenza territoriale di avere più risorse rispetto a quelle degli ospedali.

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