venerdì 9 ottobre 2015

LA RICONVERSIONE DELLE AREE INDUSTRIALI DISMESSE

Da molti anni i Comuni sono alla presa con il recupero delle aree industriali dismesse sia per quanto riguarda la loro destinazione che in merito al reperimento delle somme necessarie. Sembra che il Governo sia disponibile a mettere a disposizione molti euro che andranno naturalmente a chi saprà presentare dei progetti adeguati.
La Conferenza Stato Regioni nella seduta del 24 settembre scorso ha esaminato la proposta ed ha approvato un documento di osservazioni sulla proposta di legge d'iniziativa parlamentare concernente: “misure per favorire la riconversione e la riqualificazione delle aree industriali dismesse. Tale posizione è stata poi illustrata in un’audizione presso la commissione Industria, commercio e artigianato del Senato il 7 ottobre dalla coordinatrice della commissione attività produttive della Conferenza delle Regioni e Assessore della regione Marche, Manuela Bora, insieme all’assessore della regione Puglia, Loredana Capone.
Le Regioni condividono l’utilità della proposta di legge che vuole incentivare il riutilizzo delle aree industriali dismesse o in via di dismissione, riqualificandole per finalità diverse e contribuendo così sia alla riduzione del consumo del suolo ed al recupero paesaggistico delle aree, che al rilancio produttivo dei territori.
Occorre però comprenderne meglio l’ambito di applicazione e le procedure previste per l’approvazione ed il finanziamento dei progetti, al fine di assicurare che la legge possa essere attuata con regole certe e tempestivamente e gli interventi effettivamente realizzati.
In particolare va chiarito se si vogliono prendere in considerazione anche le aree inquinate che necessitano di previa bonifica o semplicemente le aree dismesse da riconvertire e riqualificare, nelle quali la presenza di edifici contenenti amianto sia solo una possibilità.
Se l’ambito di applicazione vuole comprendere anche alle aree inquinate sono necessari alcuni correttivi che rendano esplicita tale finalità, in quanto attualmente il riferimento è soltanto agli edifici e non, più in generale, alle aree, e si prende in considerazione soltanto l’inquinamento da amianto e non anche da altre sostanze. Se i progetti potranno riguardare tali siti si osserva però che lo stanziamento appare decisamente inadeguato. In passato infatti era stato avviato, in attuazione dell’art. 252 bis del D.Lgs 152/2006, un apposito programma denominato “Programma Straordinario Nazionale per il recupero economico produttivo di siti industriali inquinati” approvato con delibera CIPE del 2 aprile 2008, n. 61, che vedeva uno stanziamento di 3.500 milioni di euro e per la quale le Regioni avevano già presentato i progetti al Ministero dello Sviluppo economico che deteneva il Fondo. Il Programma però non ebbe seguito in quanto le risorse furono destinate ad altre finalità e trasferite alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Chi lo desidera può leggere il testo integrale qui appresso:
http://www.regioni.it/download/conferenze/424490/

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