venerdì 2 marzo 2018

LA RICETTA DELLA FONDAZIONE GIMBE PER SALVARE IL SSN

La Fondazione GIMBE ha tenuto oggi 2 marzo la sua XIII conferenza nazionale.
Secondo la Fondazione la XVII legislatura per la sanità è stata caratterizzata da un insolito paradosso. Da un lato, un’intensa attività legislativa e programmatoria ha posto numerose pietre miliari per l’evoluzione del SSN: dal DPCM sui nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA) al DM sulla responsabilità professionale, dal decreto sull’obbligo vaccinale all’albo nazionale per i direttori generali, dal patto per la sanità digitale ai fondi per i farmaci innovativi, dal piano nazionale della cronicità a quelli della prevenzione e della prevenzione vaccinale, dal DM 70 al decreto sui piani di rientro degli ospedali, dal biotestamento al DDL Lorenzin che regolamenta ordini professionali e sperimentazioni cliniche. 
D’altro canto, la legislatura è trascorsa sotto il segno di un imponente definanziamento che, oltre a determinare la progressiva retrocessione rispetto ad altri paesi Europei, sta minando seriamente l’erogazione dei LEA, mettendo in luce il drammatico scollamento tra esigenze di finanza pubblica e programmazione sanitaria. Infine, dopo la bocciatura del referendum costituzionale, nessun passo in avanti è stato fatto per migliorare la governance di 21 differenti sistemi sanitari, anzi si sono moltiplicate le richieste di maggiore autonomia da parte delle Regioni.
I problemi del SSN sono sotto gli occhi di tutti con l'aumento della durata della vita, l'incremento dell'età media della popolazione, la diffusione di stili di vita poco sani. un ambiente sempre più degradato ecc.
Nel corso della conferenza si è fatto il punto sul possibile 'piano di salvataggio' per il Servizio Sanitario Nazionale.
Secondo quanto riferito dal sito www.regioni.it le stime della Fondazione GIMBE nel 2025 serviranno almeno 210 miliardi di euro per mantenere la qualità pubblica dei servizi offerti in sanità. E’ stata calcolata una spesa pro-capite di 3.500 euro, indicando questa come una stima prudente in quanto al di sotto della media OCSE del 2013.
Sono stati posti in evidenza i diversi problemi che affliggono ancora la sanità: dall definanziamento alle diseguaglianze territoriali, dalla mobilità territoriale alla spesa privata, dai ticket alle addizionali regionali.
Ecco i 12 punti del "piano di salvataggio" proposto dalla Fondazione GIMBE:
1. Salute al centro di tutte le decisioni politiche non solo sanitarie, ma anche industriali, ambientali, sociali, economiche e fiscali;
2. Certezze sulle risorse per la sanità: stop alle periodiche revisioni al ribasso e rilancio del finanziamento pubblico;
3. Maggiori capacita' di indirizzo e verifica dello Stato sulle Regioni nel pieno rispetto delle loro autonomie;
4. Costruire un servizio socio-sanitario nazionale, perchè i bisogni sociali sono strettamente correlati a quelli sanitari;
5. Ridisegnare il perimetro dei LEA secondo evidenze scientifiche e princi'pi di costo-efficacia e rivalutare la detraibilita' delle spese mediche secondo gli stessi criteri;
6. Eliminare il superticket e definire criteri nazionali di compartecipazione alla spesa sanitaria equi e omogenei;
7. Piano nazionale contro gli sprechi in sanita' per recuperare almeno 1 dei 2 euro sprecati ogni 10 spesi;
8. Riordino legislativo della sanita' integrativa per evitare derive consumistiche e di privatizzazione;
9. Sana integrazione pubblico-privato e libera professione regolamentata secondo i reali bisogni di salute delle persone
10. Rilanciare le politiche per il personale e programmare adeguatamente il fabbisogno di medici, specialisti e altri professionisti sanitari;
11. Finanziare ricerca clinica e organizzativa: almeno l'1% del fondo sanitario nazionale per rispondere a quesiti rilevanti per il SSN;
12. Programma nazionale d'informazione scientifica a cittadini e pazienti per debellare le fake-news, ridurre il consumismo sanitario e promuovere decisioni realmente informate.

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