Da tempo i sindacati dei pensionati SPI CGIl, CISL pensionati e UIL pensionati hanno posto all'attenzione della classe politica il problema della non autosufficienza.
In un loro documento sottolineano come la non autosufficienza sia uno dei grandi temi della nostra società.
Nel Documento conclusivo dell’indagine sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale,
votato all’unanimità dalla Commissione Sanità del Senato il 10 gennaio 2018, si legge:
“Nel nostro Paese, in più della metà dei casi (64%) è la famiglia ad occuparsi della cura e
dell’assistenza della persona anziana affetta da patologie croniche (…)”. Non a caso,
l’Italia è il Paese dell’area Ocse con la più elevata percentuale di familiari che prestano
assistenza a persone anziane o disabili in modo continuativo. Si stimano oltre 3 milioni e
300mila caregiver familiari che assistono adulti (Indagine multiscopo Istat 2011) e oltre
800mila assistenti familiari retribuiti (Pasquinelli 2013). La soluzione più diffusamente
adottata è infatti, come noto, l’assunzione di assistenti familiari, peraltro scarsamente o del
tutto non professionalizzati, senza un appropriato aiuto delle istituzioni nazionali e locali.
Già oggi quasi 3 milioni di persone hanno bisogno di aiuto per le esigenze della vita quotidiana.
Si tratta di una condizione che riguarda principalmente le persone anziane, ma non solo, e che ha una forte specificità sanitaria: è il peggioramento dello stato di salute (che può essere aggravato da condizioni sociali critiche) a non consentire più l’autonomia.
È tuttavia indubbio che esista una correlazione con l’invecchiamento e che l’aumento della durata media di vita porti a un aumento del rischio di incidenza della non autosufficienza. Le persone anziane rappresentano il 22,6% del totale della popolazione italiana, pari a circa 13,5 milioni di persone, e si stima cresceranno ancora fino ad arrivare nei prossimi 20 anni a sfiorare il 30% della popolazione.
Oggi, il numero di anziani non autosufficienti supera i 2,5 milioni ed è, con ogni probabilità, destinato ad aumentare. Sebbene la speranza di vita sia fortunatamente in continua crescita e sia tra le più alte al mondo, con 80,6 anni per gli uomini e 84,9 anni per le donne, nel nostro Paese si vive più al lungo, ma si vive peggio, in quanto le malattie croniche invalidanti si presentano in media circa 1,5 anni prima rispetto ad altre nazioni europee.
Milioni di famiglie si trovano ad affrontare quotidianamente, spesso da sole, senza l’appoggio di servizi assistenziali, sociosanitari e sanitari adeguati, i grandi disagi, le sofferenze e il rischio di impoverimento che la non autosufficienza porta con sé.
L'Assistenza domiciliare dei Comuni resta spesso sulla carta mancando i necessari finanziamenti e così anche l'Assistenza domiciliare integrata.
La qualità della vita degli ultimi anni è assolutamente insufficiente e inadeguata al nostro Paese.
Nel corso della XVII legislatura sono stati adottati provvedimenti assolutamente insufficienti ad affrontare questo problema di portata nazionale.
I Sindacati ritengono che la risposta data finora dalle Istituzioni sia stata inadeguata, disorganizzata e frammentata sia nella spesa che negli interventi offerti da Stato, Regioni e Comuni scaricando così quasi interamente sulle famiglie l'onere dell'assistenza e alimentando le diseguaglianze tra chi riesce ad accedere ai servizi e chi no e tra chi si può permettere un'assistenza privata e chi no.
Spi-Fnp-Uilp con un loro documento hanno chiesto con forza che il riconoscimento della condizione di non autosufficienza sia determinato con criteri uniformi in tutto il territorio nazionale; che siano individuati i Livelli essenziali delle prestazioni sociali per la non autosufficienza (Lesna); che si preveda la copertura integrale dei costi delle prestazioni a carico del Ssn per l'assistenza alle persone non autosufficienti gravissime; che il Fondo sanitario nazionale raggiunga un livello di finanziamento pubblico adeguato e che i Lesna siano a carico della fiscalità generale; che si preveda la sperimentazione e la promozione di forme di residenzialità innovative; che si riconosca la figura dei caregiver e che si proceda ad una riorganizzazione dell'indennità di accompagnamento inserendola nel Piano assistenziale individuale e mantenendone comunque il suo carattere universalistico e senza quindi collegarla alla prova dei mezzi.
I Sindacati dei pensionati pongono quindi la non autosufficienza tra i temi prioritari del paese e intendono portare avanti queste proposte nel rapporto con i partiti che si sono candidati e che hanno vinto le elezioni il 4 marzo.
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