Com’è
noto la legge 28 gennaio 2016, n. 11 reca le Deleghe al Governo per
l’attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento
europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull’aggiudicazione dei
contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto
degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei
servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di
contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.
Il Governo ha avuto
due anni per recepire le citate Direttive europee e ha scelto la strada di un
unico decreto legislativo delegato che è stato presentato nella seduta del
Consiglio dei Ministri del 4 marzo scorso.
Pochi giorni dopo lo schema di decreto legislativo è stato trasmesso per il parere alle Camere, al consiglio di Stato e alla conferenza Stato regioni.
Il testo presentato presenta come spesso accade luci ed ombre, ma ovviamente può essere migliorato in itinere, ma questo richiederebbe più tempo di quello a disposizione.
Entro il 27 marzo si
sarebbe dovuto pronunciare il Consiglio di Stato, ma da ricerche effettuate sul sito del massimo organo consultivo amministrativo non si rinviene traccia di
detto parere.
Anche la Conferenza
Stato Regioni si sarebbe dovuta esprimere entro la stessa data, ma non risulta che l’argomento sia stato ancora
calendarizzato (almeno fino al 31 marzo).
Poi si dovrebbero
esprimere entro il 6 aprile con un parere consultivo le Commissioni permanenti competenti del
Parlamento, ma anche lì non se ne hanno notizie.
In
base al comma 12 dell’art. 1 della citata legge 11/2016 il decreto legislativo
deve essere emanato entro il 18 aprile; se entro tale data il Governo non
riuscirà ad approvare il decreto legislativo scadrà la delega e con essa tutta
la procedura avviata con la citata legge e l’Italia entrerà in una procedura di
infrazione da parte della U.E. con tutte le conseguenze note.
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