Avviene sempre più spesso che, in mancanza di un Piano o di una Regolamentazione delle antenne da parte degli enti locali, gli imprenditori privati collochino le loro antenne in prossimità di scuole, abitazioni, ecc. sorge così il problema di fare ricorso.
Una interessante sentenza ci dice chi può presentare il ricorso (Consiglio di Stato Sez. III Sentenza del 11.3.2016 e n. 980 n. 1210/2014)
La norma di riferimento è rappresentata dall’art. 31 della legge urbanistica n. 1150/1942, nel testo modificato dalla legge n. 765/1967
Il principio è che contro i provvedimenti abilitativi o autorizzativi sono legittimati a ricorrere solamente tutti coloro che hanno uno stabile collegamento con la zona della quale fa parte il sedime sul quale sarà eseguita l’opera.
Ora la sentenza interpreta la norma affermando che per lo "stabile collegamento" si deve intendere il soggetto che è proprietario di immobili nella zona medesima oppure che, pur non essendo proprietario, vi ha la residenza.
Quindi, prima di presentare ricorso ora occorre verificare se si è in possesso dei requisiti individuati dal consiglio di Stato.
Molti pensano di ricorrere alla politica, ma questa non può far nulla se già sono stati installati gli impianti.
Una buona amministrazione dovrebbe prevedere delle regole prima, approvando un piano delle antenne e fissando con esso delle regole precise e distanze da scuole, ospedali, abitazioni, ecc.
Senza un Piano ed un regolamento non è facile controbattere questi impianti.
Se la maggioranza che regge un comune non si preoccupa di approvare delle regole non è compie il proprio dovere.
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