Comunemente nelle aziende con la locuzione "core business" viene identificato l'oggetto principale dell'attività. Da alcuni anni sono cambiate le esigenze degli enti locali anche in relazione ai sempre più complessi rapporti economici tra stato centrale e realtà locali che impongono complesse situazioni in termini di bilancio (capitoli sempre più scarni, adempimenti legati a regole di patto di stabilità che ingessano risorse); questo ha spinto gli amministratori degli enti locali a modificare la loro vision avendo l’obbligo di dare un servizio agli enti locali garantendo proposte atte a diffondere la cultura dell’efficienza, del risparmio di risorse.
Così la pubblica amministrazione ha iniziato ad utilizzare procedure manageriali proprie delle aziende. Quindi si deve cercare di creare valore al patrimonio locale individuando in primo luogo quale sia il core business e poi scegliendo un soggetto operativo chesia in grado di agire con l’ottimizzazione della sua organizzazione e l’applicazione delle best practices e delle migliori tecnologie disponibili. Molti enti non hanno provveduto a dichiarare preventivamente quale fosse il loro core business per cui specialmente negli ultimi tempi, nel settore delle utilities si è registrata una sempre maggiore tendenza alla diversificazione delle attività rispetto al core business tradizionalmente rappresentato dai servizi pubblici locali in senso stretto (distribuzione e vendita del gas, servizio idrico, igiene ambientale, trasporto pubblico, gestione di impianti sportivi, farmacie, parcheggi, ecc. In sostanza molti Comuni sono passati ad una fase che potrei definire di esternalizzazione totale alla quale l'unico limite pare che sia posto solo dalla impossibilità di esternalizzare lo staff. Sarebbe invece opportuno che il candidato Sindaco (e questo è il momento per farlo, approssimandosi le elezioni), dovendo preparare il proprio programma elettorale provasse a combinare i servizi che vuole offrire ai cittadini e l'organizzazione adatta per farlo i modo vincente.
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