giovedì 23 marzo 2017

LA CORTE DEI CONTI HA CHIESTO AI COMUNI TUTTI I DATI SUI DEBITI FUORI BILANCIO RICONOSCIUTI

La Corte dei conti con la nota n. 206 del 20 marzo scorso ha richiesto a tutti i Comuni i dati relativi ai debiti fuori bilancio e ai disavanzi di amministrazione dell'esercizio 2016.
Una decisione necessaria, anche se restano fuori tutti i debiti ancora tenuti nascosti.
Finalmente si cerca di far capire agli amministratori che occorre organizzare gli uffici in modo tale che non avvengano fenomeni del genere.
In base all'art. 194 del TUEL i debiti fuori bilancio possono derivare da:
-Sentenze esecutive;
-Copertura di disavanzi di consorzi, aziende speciali, ecc.;
-Ricapitalizzazione di società partecipate;
-Procedure espropriative o occupazioni d’urgenza;
Acquisizione di beni e servizi in violazione delle procedure.
Secondo il Ministero dell’Interno (Circolare F.L. 21/1993) il debito fuori bilancio è un’obbligazione verso terzi per il pagamento di una determinata somma di denaro che grava sull'ente e che non essendo imputabile ai fini della responsabilità a comportamenti attivi od omissivi di amministratori e funzionari non può essere regolarizzata nell'esercizio in cui l’obbligazione stessa nasce, in quanto assunta in violazione delle norme gius-contabili che regolano i procedimenti di spesa degli enti locali.
In molti casi la mala gestione non si manifesta subito, ma a distanza di anni e spesso i responsabili degli uffici occultano negli armadi gli scheletri per non essere chiamati a rispondere di procedure irregolari o di omissioni.
Purtroppo gli scheletri ogni tanto decidono di uscire fuori ed allora, prima di riconoscere il debito fuori bilancio in Consiglio comunale occorre verificarne la legittimità. 
Nel passato in alcuni Comuni questo non veniva fatto.
I conti consuntivi poi attestano solo la corrispondenza dei conti ma non la legittimità delle spese fatte.

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