venerdì 15 settembre 2017

GLI INCASSI DEL DEMANIO MARITTIMO SECONDO LA CORTE DEI CONTI

La Corte in una sua relazione sul demanio marittimo ha accertato gli introiti dello Stato derivanti dalle concessioni demaniali marittime (circa 82 milioni di euro di versamenti), la cui gestione compete, a seguito di una lunga e complessa evoluzione, non più soltanto allo Stato, ma prevalentemente alle Regioni ed ai Comuni dalle stesse delegati, sono stati sempre molto inferiori alle previsioni di bilancio, con l’eccezione del 2000. 
Dall'indagine è emerso:
  • Il rilevante divario tra le previsioni di entrata e le somme accertate e riscosse è imputabile alle carenze gestionali nello svolgimento dell’attività amministrativa necessaria per realizzare i fini stabiliti dalle leggi in materia nonché ad una costante tendenza a sovrastimare le capacità e possibilità di incasso, malgrado la mancanza di certezze circa l’entità dell’impatto atteso, in termini di aumenti delle riscossioni, dalle norme sugli importi dei canoni e sui criteri della loro determinazione; 
  • i residui attivi, cioè le somme accertate, ma non riscosse e/o non incassate, sono risultati di elevata entità alla fine di tutti gli esercizi considerati (dal 2000 in poi), raggiungendo alla fine dell’esercizio 2007 l’importo di quasi 67,9 milioni, a conferma delle difficoltà di realizzo delle riscossioni; 
  • la lotta contro l’inadempimento dell’obbligo di pagare i canoni (e contro gli abusivismi) e le conseguenti riscossioni coattive, attraverso le iscrizioni a ruolo e la successiva procedura esecutiva, hanno dato un esito piuttosto incerto e quanto mai deludente in termini di incassi; 
  • una responsabilità più diretta per quanto sopra rilevato va riferita, a livello centrale, all’Agenzia del demanio, in quanto competente a proporre le previsioni di entrata, ad indicare alle sue filiali sul territorio l’interpretazione ritenuta più corretta delle norme relative ai calcoli dei canoni e a controllare la riscossione ed il versamento dei medesimi. Tuttavia, ciò non può far escludere anche una responsabilità dei Ministeri per altri aspetti competenti e comunque vigilanti sull’attività dell’Agenzia del demanio e sui risultati dalla stessa conseguiti (il Ministero dell’economia e delle finanze, il Ministero per le infrastrutture e trasporti e la stessa Presidenza del Consiglio nella sua funzione di coordinamento generale) né può far sottovalutare il comportamento di Regioni e Comuni, non sempre funzionale a pretendere e ad ottenere l’assolvimento degli obblighi di legge.
Anche i Comuni hanno probabilmente la loro parte di responsabilità

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