domenica 24 settembre 2017

LA SPESA SANITARIA ESCE RIDIMENSIONATA DALL'AGGIORNAMENTO DEL DEF

La nota di aggiornamento del DEF appena varata da Palazzo Chigi prevede una spesa sanitaria  ferma a quota 115 mld nel 2018, 116 mld nel 2019, e 118 mld nel 2020. 
La cosa più grave è che la sua incidenza sul Pil si conferma in decrescita: passerà dal 6,6% del 2017 al 6,3% nel 2020. 
Una situazione assolutamente insoddisfacente che rischia di allargare il divario tra nord e sud  e che richiederà un attento monitoraggio per evitare ulteriori perdite dei Livelli Essenziali di Assistenza nonostante le tante promesse dei ministri che si sono alternati alla guida del Dicastero della salute.
L'ultimo rapporto del  Consorzio per la ricerca economica applicata in sanità di Tor vergata (CREA)   afferma che la spesa sanitaria dell’Italia è la più bassa d'Europa, ma che il divario dei servizi sanitari sul territorio è ancora molto accentuato.
Nonostante gli aumenti degli ultimi anni la spesa sanitaria italiana resta inferiore rispetto a quella dell'Europa Occidentale: il divario è del 32,5% per quanto riguarda la spesa totale e del 36% per la sola spesa pubblica.
E' aumentata  anche la spesa privata, che ormai è circa un quarto del totale, con il 5% delle famiglie che dichiara di aver rinunciato a qualche spesa. 
Sempre più le famiglie devono ormai mettere mano al portafoglio per soddisfare le esigenze di salute”. Il sistema universale è in crisi.
Nel 2015, fra la Regione in cui si spende di più (Provincia Autonoma di Bolzano) e quella dove si spende meno (Calabria), il divario pro-capite ha superato il 50,0% (quasi il 40% per quanto concerne la spesa pubblica).
Nonostante quanto affermato da alcuni, il CREA afferma con decisione che il federalismo in sanità  ha  migliorato l'applicazione dei Livelli di Assistenza.
Il disavanzo sanitario, scrivono gli esperti, si è ridotto del 78% dopo l'intervento dei piani di rientro, e anche le Regioni sottoposte a piano hanno gli indicatori sui Lea in miglioramento.
Quindi non è vero che il federalismo avrebbe danneggiato la sanità, secondo il CREA sarebbe accaduto esattamente il contrario.
Il problema delle differenze è comunque legato anche ai movimenti demografici che consentono alle regioni più popolose (quelle del nord) di avere più risorse.
Il nuovo Governo dovrà concentrarsi su tutti gli adempimenti rimasti inevasi come quello della definizione dei costi standard e un effettivo monitoraggio dei LEA.


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