Secondo la Confederazione nazionale dell' artigianato e della piccola e media impresa la burocrazia costa oltre 22 miliardi all'anno ad artigiani, piccole e medie imprese.
E’ un dato che emerge da una ricerca affidata dalla Cna all’Ipsos.
Per lo svolgimento di adempimenti burocratici il titolare di una piccola impresa lavora, in media, 47 giorni l’anno e, in più, deve utilizzare allo stesso scopo il tempo dei suoi dipendenti per 28 giorni. Per un totale di 11mila euro che, moltiplicati per le Pmi italiane, fa salire il conto all’astronomica somma di 5 miliardi. Per pratiche che un terzo degli imprenditori giudica “indebitamente attribuite alle aziende”.
La complessità delle norme rimane di gran lunga il principale problema sofferto: il 67,8% delle imprese boccia la qualità legislativa italiana sia per la scarsa chiarezza sia per la stratificazione, nel tempo, di provvedimenti spesso motivati dall'urgenza. A livello settoriale sono le imprese edili (74,3%) e i fornitori di servizi alle imprese (71,4%) a patire maggiormente la complessità delle norme. Tra i problemi più acuti, a grande distanza, la quantità elevata di informazioni (43,8%) chieste dall'amministrazione pubblica e la lentezza della macchina burocratica (27,5%).
I ritardi della pubblica amministrazione nel fornire risposte sono sentiti come grave problema nel Mezzogiorno (48,2% delle imprese) ben più che nelle regioni settentrionali (24%).
I cambiamenti introdotti nella legislazione da due anni a questa parte (delega fiscale e riforma della pubblica amministrazione) sono giudicati in maniera positiva da quasi un'impresa su tre (29,5%) più di quante esprimono un parere negativo (22,4%).
Nessun commento:
Posta un commento