lunedì 8 gennaio 2018

ETICA E POLITICA

Sant’Agostino nel suo volume “La città di Dio” (Capitolo XIX, 21.2.) si chiede: «Che cosa distingue lo Stato da una associazione di malfattori?». Se in uno Stato la legge smette di operare, lo stesso si trasforma in una associazione di malfattori. Se una persona può sempre contare su una difesa da parte dello Stato, se la legge agisce indipendentemente dai titoli e dai gradi e tutti sono uguali dinanzi ad essa, si tratta di una forma ideale di Stato.Si tratta di considerazioni applicabili a tutti i livelli della pubblica amministrazione.
Nella nostra Costituzione non appare la parola "etica", ma è forte il richiamo ad essa e alla legalità dell'azione amministrativa. In particolare l'art. 54 stabilisce al secondo comma: "I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge".
Costantino Mortati, uno dei Padri costituenti, sosteneva che una delle esigenze più profonde fosse quella di attuare un’opera moralizzatrice specialmente nel campo della vita pubblica» (dagli Atti della Costituente). 
Quindi anche all'epoca era molto sentito questo problema.
Il Congresso dei Poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa ha approvato il «Codice europeo di comportamento per gli eletti locali e regionali» (Risoluzione n. 60/1999), i cui sono stati recepiti nella “Carta di Pisa” per promuovere la cultura della legalità e della trasparenza negli enti locali recepita da molti Comuni.
Molti Comuni hanno recepito la Carta di Pisa, ma moltissimi non lo hanno ancora fatto; quelo che conta comunque è rispettarla nei fatti e nell'attività quotidiana....

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