giovedì 10 gennaio 2019

I PIANI PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E LA TRASPARENZA DELLE ASL IGNORANO LA PARTE RELATIVA AI RAPPORTI TRA LE IMPRESE PRODUTTRICI E I SOGGETTI CHE OPERANO NELLE AZIENDE SANITARIE

In questo periodo enti locali e aziende sanitarie sono chiamati a predisporre l'aggiornamento del Piano triennale per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza.
Come più volte evidenziato in molti casi i dirigenti trattano questo obbligo come uno dei tanti adempimenti senza approfondire le problematiche reali dell'ente.
Nonostante tutti i provvedimenti emanati fino ad ora è ancora diffusa quella che potrebbe essere definita una microcorruzione da parte ad esempio di talune case farmaceutiche o di strutture sanitarie private a favore di personale operante all'interno dei presidi sanitari pubblici o dei medici di base.
Da anni in Francia esiste la "Trasparence santè" , un data base relativo alle donazioni in denaro, oppure in beni e servizi che comprendono anche consulenze, convegni, altri tipi di vantaggi di cui può godere un professionista ovviamente in maniera assolutamente lecita.
Negli Stati Uniti, dopo che un gruppo di giornalisti aveva rivelato che nel biennio 2009/10 l’industria farmaceutica aveva elargito a oltre 18.000 medici somme per un totale di circa 320 milioni di dollari, con versamenti intorno ai 250.000 dollari ai 10 medici che guidavano la graduatoria  è stata  emanata il 23 marzo 2010 una norma, il  Physician Payments Sunshine Act, all'interno di un pacchetto di leggi sulla protezione dei pazienti e l’accesso alle cure. 
Dal 1° agosto 2013 è entrato in vigore il Sunshine Act. Da quel giorno ogni transazione finanziaria, in denaro o in natura che superi i 10$, tra un medico o gruppo di medici e uno o più produttori di farmaci o altri prodotti sanitari deve essere notificata e inserita in uno speciale registro pubblico che dal 1° settembre 2014 potrà essere interrogato da chiunque. Il registro conterrà informazioni anche sulle proprietà e sugli investimenti di ogni singolo medico e dei suoi familiari più stretti.
Il Sunshine Act non ha lo scopo di limitare i regali e i finanziamenti ai medici e alle istituzioni sanitarie, ma di renderli trasparenti. 
Solo ora in Italia è stata presentata alla Camera dei deputati dall'on.le Baroni ed altri una proposta di legge per introdurre anche nel sistema giuridico italiano norme ispirate ai principi del Sunshine act.
Si tratta dell'atto n. 491 attualmente in discussione presso la Commissione affari sociali della Camera stabilisce l'obbligatorietà della trasparenza sui rapporti economici tra le imprese e gli operatori sanitari. Trasparenza che dovrebbe essere già garantita dal Codice deontologico introdotto lo scorso anno da Farmindustria ma che, qualora il Sunshine Act venisse approvato, diventerebbe così imposto dalla legge.
Il disegno di legge  stabilisce che dovranno essere rese pubbliche dalle aziende e dalle organizzazioni sanitarie le convenzioni e le erogazioni in denaro, beni, servizi o altre utilità effettuate da un'impresa produttrice in favore di un soggetto che opera nel settore della salute. 
Per le aziende l'obbligatorietà scatta quando le convenzioni o le erogazioni hanno un valore unitario maggiore di 10 euro o un valore complessivo annuo maggiore di 100 euro. Per le organizzazioni sanitarie parte invece con un valore unitario maggiore di 500 euro o un valore complessivo annuo maggiore di 1.000 euro. 
Dovranno essere dichiarate anche le relazioni d'interesse, dirette o indirette, consistenti nella partecipazione, anche a titolo gratuito oppure onorifico, a convegni, eventi formativi, comitati, commissioni, organi consultivi o comitati scientifici. 
Le imprese dovranno comunicare anche eventuali operatori sanitari che abbiano partecipazioni azionarie o obbligazioni o che percepiscano compensi per la cessione di brevetti.
Ritengo che già da ora le Aziende sanitarie dovrebbero introdurre questi principi dei lo Piani triennali per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza.

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