giovedì 17 gennaio 2019

IL 14° RAPPORTO DEL CREA SANITA'

Mercoledì 23 gennaio sarà presentato il 14° rapporto annuale del CREA Sanità di Tor Vergata. 
Dall’executive summary del Rapporto, come di consueto, si rileva che il gap tra la spesa sanitaria pubblica dell'Italia e quella dei Paesi europei aumenta sempre più: spendiamo il 36% in meno e per il 5,5% delle famiglie curarsi è diventato un lusso.
Il Governo aveva promesso di aumentare il finanziamento ma questo non è avvenuto. 
Aumentano le diseguaglianze e le iniquità del sistema tra nord e sud.
L'executive summary si cimenta con il tentativo di ricondurre le analisi quantitative, svolte e commentate nel volume, nell’ambito di un disegno complessivo utile a descrivere le tendenze evolutive del sistema sanitario italiano, ivi comprendendo tanto la componente pubblica (il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e le relative articolazioni regionali), quanto quella privata. La riflessione sugli avvenimenti del 2018, focalizzata sulla ricerca della reale “cifra” delle politiche sanitarie, sembra potersi sintetizzare nell’affermazione di una persistente assenza di un chiaro disegno evolutivo del nostro SSN, confermando il dubbio, implicitamente sotteso nel sottotitolo del Rapporto Sanità 2017, il quale recitava “Il cambiamento della Sanità in Italia fra Transizione e Deriva del sistema”. L’anno è trascorso fra le celebrazioni di rito per il 40° compleanno del SSN, con qualche maggiore attenzione su temi specifici, quali quello delle professioni sanitarie e quello delle liste di attesa. Evidentemente problematiche serie che richiedono attenzione, ma rimane la sensazione che la Sanità continui a rimanere fuori dalle priorità dei Governi che, intanto, si succedono alla guida del Paese. Questa percezione assume concretezza con la conferma del finanziamento già previsto per il SSN: una scelta che non dà seguito alle promesse elettorali di un (ri) finanziamento della Sanità pubblica e non determina alcuna soluzione di continuità con il passato. Il segnale che la Sanità non sia una priorità è evidente, oltretutto considerando che quanto descritto si inserisce in una manovra economica che, per quanto nel momento in cui si scrive non sia ancora approvata e neppure del tutto esplicitata, dichiaratamente vuole avere natura espansiva. I
La situazione può essere così riassunta:
1) la spesa italiana è ormai arrivata ad essere inferiore a quella dei Paesi dell’EU-Ante 1995 del 31,3% (il gap è raddoppiato rispetto al 2000 e sarebbe maggiore se non ci fossero state la crisi della Grecia e la Brexit), tenendo altresì conto che il gap è ridotto dalla crescita della spesa privata, perché per la spesa pubblica è addirittura del 36,8%; ed, infine, anche usando il valore in parità di potere di acquisto (scelta, peraltro, significativamente discutibile), si conferma che sfiora il 25,0% (Figura 2.) 
2) non solo i livelli di spesa italiani sono storicamente inferiori a quelli degli altri Paesi EU, ma anche i tassi di crescita sono più contenuti 
3) la variabilità della pratica clinica, come anche il fenomeno della medicina difensiva, sono problemi del tutto generali e senza confini nazionali, e prove che in Italia siano maggiori che altrove non ce ne sono, a conoscenza di chi scrive 
4) anche per quanto concerne la corruzione in Sanità, dati che dimostrino che sia percentualmente maggiore che negli altri settori non ce ne sono, a conoscenza di chi scrive 
5) le Regioni ritenute generalmente più inefficienti, in ogni caso, sono quelle che spendono meno.
Nonostante tutto ciò l'efficienza del sistema è per il momento ancora complessivamente buona anche se cominciano ad apparire crepe dovute prevalentemente alla carenza di personale e alla esternalizzazione dei servizi. 

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