mercoledì 16 gennaio 2019

UNA POLITICA FISCALE COMUNE PER L'EUROPA: QUESTO CHIEDE LA COMMISSIONE


La Commissione ha varato il dibattito sulla riforma del processo decisionale in alcuni settori della politica fiscale dell'UE, che attualmente richiede l'unanimità fra gli Stati membri. Tale unanimità spesso non può essere raggiunta su iniziative fiscali cruciali, situazione che può comportare ritardi costosi e politiche subottimali.
La Commissione  propone un calendario per una transizione progressiva e mirata verso il voto a maggioranza qualificata nell'ambito della procedura legislativa ordinaria in alcuni settori della politica fiscale condivisa dell'UE, come già avviene per la maggior parte degli altri settori delle politiche dell'UE. Tale possibilità è contemplata dai trattati dell'Unione.
Con il voto a maggioranza qualificata gli Stati membri sarebbero in grado di raggiungere più rapidamente compromessi più efficaci e democratici in materia di fiscalità, liberando così tutto il potenziale di questo settore. Inoltre, nell'ambito della procedura legislativa ordinaria le decisioni in materia fiscale beneficerebbero di contributi concreti del Parlamento europeo: il parere dei cittadini sarebbe così meglio rappresentato e la rendicontabilità accresciuta.
La Commissione non propone alcuna modifica delle competenze dell’UE in materia fiscale né della facoltà di cui dispongono gli Stati membri di fissare le aliquote d'imposta delle persone fisiche o delle società ritenute più idonee. L’obiettivo è invece consentire agli Stati membri di esercitare in modo più efficace la sovranità già condivisa per affrontare più rapidamente le sfide comuni.
Jean-Claude Juncker, il Presidente della Commissione, che si è appellato per passare al voto a maggioranza qualificata nel settore dell'imposizione nei suoi recenti discorsi sullo stato dell’UnioneEN•••, ha dichiarato: “Le nostre economie sempre più globalizzate hanno bisogno di sistemi moderni e ambiziosi. Resto fermamente favorevole al passaggio al voto a maggioranza qualificata e a una voce più incisiva del Parlamento europeo per il futuro comune della tassazione nella nostra Unione."
Il Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane Pierre Moscovici ha dichiarato: "L’Unione europea ha svolto un ruolo nella politica fiscale fin dalle origini della Comunità sessanta anni fa. Tuttavia, se l'unanimità in questo campo aveva senso negli anni 1950, con sei Stati membri, non ha più ragion d'essere oggi. La regola dell’unanimità in materia fiscale appare sempre più politicamente anacronistica, giuridicamente problematica ed economicamente controproducente. Sono pienamente consapevole del carattere sensibile della questione, ma ciò non significa che non se ne possa discutere. Allora avviamo il dibattito oggi."
A causa della regola dell'unanimità, alcune proposte chiave per la crescita, la competitività e l'equità fiscale nel mercato unico sono bloccate da anni. Allo stesso tempo il Parlamento europeo, democraticamente eletto, ha finora rivestito un ruolo meramente consultivo nel processo decisionale.
L'approccio delineato oggi spianerebbe la via a una nuova dinamica e imprimerebbe un nuovo impulso al processo decisionale in questo settore in un momento in cui il futuro dell'imposizione è assurto a questione scottante per la comunità internazionale. Far fronte alle difficoltà relative al quadro attuale consoliderebbe la reputazione dell'UE come leader mondiale nell'elaborazione di soluzioni realistiche per le sfide della politica fiscale nel 21° secolo. 
Nell'odierna comunicazione la Commissione chiede ai leader europei, al Parlamento europeo e alle altre parti interessate di valutare la possibilità di effettuare una transizione graduale in quattro fasi verso un sistema decisionale basato sul voto a maggioranza qualificata come segue (cfr. la scheda informativaEN••• per i dettagli):
Nella fase 1 gli Stati membri concorderebbero di ricorrere al voto a maggioranza qualificata nel caso di misure intese a migliorare la cooperazione e l'assistenza reciproca fra Stati membri nella lotta all'evasione e alla frode fiscale nonché per le iniziative amministrative che agevolano l'operato delle imprese nell'UE, come ad esempio gli obblighi di dichiarazione armonizzati. Si tratta di misure di norma accolte con favore da tutti gli Stati membri, ma che possono essere bloccate per motivi non connessi alle questioni in esame.
Analogamente, la fase 2introdurrebbe il voto a maggioranza qualificata in quanto utile strumento per far avanzare le misure nelle quali l'imposizione sostiene altre finalità strategiche, come ad esempio la lotta ai cambiamenti climatici, la protezione dell'ambiente o il miglioramento della salute pubblica.
L'odierna comunicazione propone che gli Stati membri decidano rapidamente per convergere su una decisione intesa a elaborare le fasi 1 e 2.
Il ricorso al voto a maggioranza qualificata nella fase 3contribuirebbe a modernizzare le norme dell'UE già armonizzate, come quelle in materia di IVA e di accise. Un processo decisionale più rapido in questi settori consentirebbe agli Stati membri di stare al passo con gli sviluppi tecnologici e i cambiamenti del mercato più recenti, a beneficio dei paesi e delle imprese dell'UE. 
La fase 4 permetterebbe di passare al voto a maggioranza qualificata per i grandi progetti fiscali, quali la base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società (CCCTB) e un nuovo sistema per l'imposizione dell'economia digitale, la cui necessità è un'urgenza per garantire un'imposizione equa e competitiva nell'UE. In particolare, la CCCTB procede ancora molto lentamente a causa dell’unanimità.
L'odierna comunicazione propone che gli Stati membri prendano in considerazione l'elaborazione delle fasi 3 e 4 entro la fine del 2025.
Un'azione nei settori indicati sarebbe possibile nell'ambito della cosiddetta clausola "passerella" (articolo 48, paragrafo 7, del TUE) contenuta nei trattati dell’UE, che consente di passare alla maggioranza qualificata e alla procedura legislativa ordinaria in talune circostanze. Non è necessario modificare il trattato sull'Unione europea.

Nessun commento:

Posta un commento