Secondo l’ ISTAT l'economia europea nel 2019 crescerà lentamente (+0,3%) con leggeri miglioramenti della domanda interna.
L’inflazione scenderà in misura contenuta nei primi trimestri del 2019.
L’attuale scenario di previsione è caratterizzato da possibili revisioni al ribasso a causa delle incertezze legate a fattori globali sia economici che politici.
Nel contempo l’Istat fornisce dati sull’andamento del reddito delle famiglie e sulla spesa dei comuni per i servizi sociali. Il reddito delle famiglie italiane è aumentato nel terzo trimestre 2018 dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,3%. La propensione al risparmio è stata pari all'8,3%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali.
Fra luglio e settembre 2018 il rapporto deficit PIL si è attestato all'1,7% in leggero miglioramento rispetto all'1,8% dello stesso periodo dell'anno precedente. La spesa per interessi è cresciuta e la pressione fiscale è aumentata dello 0,1% al 40,4% del PIL.
Fra luglio e settembre 2018 il rapporto deficit PIL si è attestato all'1,7% in leggero miglioramento rispetto all'1,8% dello stesso periodo dell'anno precedente. La spesa per interessi è cresciuta e la pressione fiscale è aumentata dello 0,1% al 40,4% del PIL.
Sempre secondo l'ISTAT nel 2016 la spesa dei Comuni per i servizi sociali è stata di circa 7 miliardi e 56 milioni di euro, pari allo 0,4% del PIL nazionale.
Rispetto all’anno precedente si registra un incremento del 2%.
Prosegue la ripresa iniziata nel 2014 che, dopo il calo registrato nel triennio 2011-2013, ha riportato gradualmente la spesa sociale quasi ai livelli precedenti la crisi economica e finanziaria.
Per ciascun residente i Comuni hanno speso in media 116 euro nel 2016, contro i 114 del 2015. Permangono le disparità territoriali: si passa dai 22 euro della Calabria ai 517 della Provincia Autonoma di Bolzano.
Al Sud, in cui risiede il 23% della popolazione, si spende solo il 10% delle risorse destinate ai servizi socio-assistenziali.La principale fonte finanziaria dei servizi sociali proviene da risorse proprie dei comuni e dalle varie forme associative fra comuni limitrofi (61,8%). Al secondo posto vi sono i fondi regionali per le politiche sociali, che coprono un ulteriore 17,8% della spesa complessiva.
Il 16,4% della spesa è finanziata da fondi statali o dell’Unione europea. Tra questi il fondo indistinto per le politiche sociali, che ha registrato una progressiva flessione dell’incidenza sulla copertura della spesa (dal 13% del 2006 al 9% nel 2016).
Aumentano le risorse destinate ai disabili: da 1.478 euro annui pro-capite nel 2003 si passa a 2.854 nel 2016. Le spese per i minori e le famiglie con figli passano da 86 a 172 euro l’anno pro-capite e sono rivolte per il 40% agli asili nido e ai servizi per la prima infanzia.
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