venerdì 13 novembre 2015

XVIII RAPPORTO PiT SALUTE DEL TRIBUNALE DEI DIRITTI DEL MALATO - CITTADINANZA ATTIVA

Lo stato di degrado del SSN unito alla situazione economica del Paese ha creato problemi gravi a livello di assistenza sanitaria. Il Tribunale dei Diritti del malato nel suo rapporto annuale presentato ieri non ha fatto sconti a nessuno ed ha messo a nudo tutti problemi che hanno abbassato notevolmente il livello di qualità percepita del SSN per non parlare del mancato rispetto dei LEA da parte di molte regioni tra le quali anche il LAZIO.
Secondo il rapporto presentato sulle segnalazioni dei cittadini in tutta Italia presentato  ieri a Roma "...continuano ad aumentare rispetto al 2013 le difficoltà riscontrate dai cittadini ad accedere alle prestazioni sanitarie pubbliche: le liste di attesa rappresentano la voce più consistente tra le difficoltà di accesso e riguardano in particolare esami molto diffusi come ecografie con attese medie di nove mesi, ma anche esami molto importanti e delicati come risonanze magnetiche e TAC, con tempi insostenibili soprattutto per quanto riguarda l’area oncologica dove si registra un aumento di segnalazioni anche per radioterapia, chemioterapia e accesso ai farmaci oncologici (dal 9,4 al 12%)"
Il coordinatore nazionale del Tribunale dei diritti del malato - Cittadinanza attiva ha dichiarato E’ ora di porre la stessa attenzione riservata agli aspetti di gestione economica, a una politica nazionale seria e misurabile per migliorare l’accesso ai servizi, a partire da un governo forte e trasparente dei tempi di attesa non solo su diagnostica e specialistica, ma anche sui ricoveri, dove ancora le agende sono gestite dai singoli reparti e su carta, ADI e Pronto Soccorso. Di fronte ad un Piano di Governo dei tempi di attesa fermo al 2012 l’urgenza oggi è fare bene le cose che servono davvero. Per noi sono tre le azioni concrete che si devono mettere in atto subito: blocco immediato dell’attività libero professionale (intramoenia) in caso di superamento del rapporto tra attività in libera professione e in regime istituzionale e/o di sforamento dei tempi di attesa massimi previsti dalla legge; garantire l’erogazione di prestazioni anche il sabato e la domenica, oltre che durante l’intero arco della giornata dal lunedì al venerdì; prevedere una gestione centralizzata ed informatizzata delle agende di ricoveri e interventi chirurgici, superando l’uso delle agende cartacee al fine di garantire maggior certezza e trasparenza dei tempi di chiamata, oltre che migliorare la produttività”.
In particolare il rapporto affronta in maniera dettagliata alcuni punti dolenti come:
Liste di attesa le segnalazioni sui lunghi tempi di attesa restano ancora al vertice delle preoccupazioni dei cittadini (58,7%), quasi ugualmente ripartite fra esami diagnostici (36,7%), interventi chirurgici (28,8%) e visite specialistiche (26,3%).
Per quanto riguarda i tempi medi di attesa per gli esami diagnostici, i cittadini devono attendere in fino a 13 mesi per una risonanza magnetica. Tempi che rischiano di compromettere il senso stesso dell’ipotesi di prevenzione o di diagnosi tempestiva, e comunque spingono il cittadino (solo quello che può permetterselo) al ricorso alla sanità intramuraria o addirittura privata.
Ticket il 31,4% delle segnalazioni: per il 2014, il42% sul totale dei contatti dei cittadini segnala problematiche che riguardano i costi elevati e gli aumenti dei ticket per diagnostica e specialistica. Nel 29,3% le segnalazioni riguardano problemi nell’ottenere informazioni corrette e complete sulle esenzioni dal pagamento dalla partecipazione alla spesa sanitaria; il 17,8% (12,9% nel 2013) segnala invece che esistono prestazioni troppo care, e troppo numerose, che non sono oggetto di esenzione (prestazioni a costo pieno). Infine, vengono segnalati i casi per cui, per imperizia del medico che prescrive o per mancata indicazione dei cittadini stessi, si verifica una mancata applicazione dell’esenzione al ticket:10,9% contro l’ 8,6% del 2013.
Assistenza territoriale l’assistenza sanitaria di base (medici di famiglia e pediatri) fa registrare un  aumento del volume di segnalazioni, dal 25,7% del 2013 al 30,1% del 2014, soprattutto perché i cittadini si vedono negata una visita a domicilio o il rilascio di una prescrizione. Il dato sulla riabilitazione (18%) continua a evidenziare in particolare i disagi legati alla mancanza o scarsa qualità dei servizio in ospedale o alla difficoltà nell'attivazione di quello a domicilio. Una voce molto importante è quella che si riferisce ai servizi per la salute mentale, con il 13,9% delle segnalazioni per il 2014, a fronte di un problema ormai cronico e ingravescente a causa della mancanza di risorse e personale destinati a quest’area di servizi; fra le criticità più segnalate appaiono il ricovero in strutture inadeguate (dal 22,2% del 2013 al 27,9% del 2014), la difficoltà di accesso alle cure pubbliche (in aumento dal 17,5% al 19,7% del 2014) e i problemi relativi alle procedure di Trattamento Sanitario Obbligatorio (dal 14,3% 2013 al 16% del 2014).
Assistenza ospedaliera Le segnalazioni in quest’area registrano un incremento, e dal 13,1% del 2013 arrivano al 13,4%, sintomo che la riorganizzazione della rete ospedaliera non sempre è avvenuta ponendo attenzione agli effetti sui cittadini, ma al solo contenimento dei costi. Il 75,4%lamenta un problema relativo ai servizi ricevuti in ospedale, mentre il 24,6% ha segnalato problemi di mobilità sanitaria, quindi difficoltà di accesso ai servizi in luogo diverso da quello di residenza (fuori regione e all’estero). Nell’ambito dell’assistenza ospedaliera, la rete emergenza-urgenza è quella che presenta maggiori problematiche, con il 50,7% del totale dei contatti del 2014: l'attesa per l'accesso al pronto soccorso rappresenta il più rilevante dei problemi, ed è ritenuta eccessiva nel 47,5% dei contatti (40,7% nel 2013.
L’accesso ai farmaci appare l’ambito maggiormente gravoso in termini economici ed è stato segnalato dai cittadini nel 26,6% dei casi. Nel 2014 è stata, inoltre, riscontrata una crescente incidenza del 13,6% della compartecipazione a carico del cittadino (comprensiva del ticket per confezione e della quota a carico del cittadino eccedente il prezzo di riferimento sui medicinali a brevetto scaduto) rispetto al 12,7% registrato nel 2013. 



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