Grazie al lavoro svolto in questi ultimi anni e all'impegno della maggioranza ma anche di dirigenti e funzionari della Regione come delle Aziende sanitarie i conti tornano in pareggio e così è possibile prevedere finalmente nella Regione tornare ad assumere a tempo indeterminato: ecco come: nei prossimi tre anni saranno 1.200 circa gli operatori tra medici, infermieri e tecnici che entreranno in servizio nella sanità laziale. Delle 1.200 assunzioni, la metà, circa 600 unità, riguarderà precari con più di tre anni di servizio nella sanità regionale.
Queste assunzioni dovranno essere però gestite con intelligenza per evitare di rifare gli errori del passato.
Mi auguro vivamente che questa opportunità possa consentire il riequilibrio del personale tra le ASL romane e quelle delle province e di eliminare le sproporzioni tra ospedale e territorio.
Molte aziende hanno anche un rapporto errato tra amministrativi e personale di assistenza, anche questo dovrà essere modificato per ricondurre le cose alla normalità.
Secondo me il personale di assistenza di nuova assunzione dovrebbe andare in ospedale, dando il cambio a quelli più anziani, magari in situazioni di minor aggravio , da destinare al territorio dove l'infermiere quasi sempre è solo e serve gente con maggiore esperienza.
Secondo me il personale di assistenza di nuova assunzione dovrebbe andare in ospedale, dando il cambio a quelli più anziani, magari in situazioni di minor aggravio , da destinare al territorio dove l'infermiere quasi sempre è solo e serve gente con maggiore esperienza.
Le assunzioni nel triennio 2016/2018 derivano da tre grandi azioni:
1. Tramite concorso pubblico. Nel 2016 lo sblocco del turn-over permetterà assunzioni in deroga del 30%, nel 2017 la percentuale salirà al 40% per arrivare, infine, al 50% nel 2018. Saranno in totale 425 gli assunti a tempo indeterminato nei prossimi tre anni tramite concorso pubblico o provenienti dalla mobilità.
2. Tramite stabilizzazione. Altri 425, sempre nell’arco del triennio, saranno invece stabilizzati uscendo dal precariato. nello specifico si tratta di medici, infermieri e operatori in servizio nelle corsie degli ospedali e nelle strutture territoriali da più di tre anni.
3. Ulteriori 300 grazie a risparmi sulle consulenze. Ulteriori risorse permetteranno di impiegare, sempre a tempo indeterminato, altre 300 persone, di queste il 50% sarà composto da precari. Le risorse saranno reperite riducendo al minimo le consulenze, che attualmente gravano sul bilancio della regione per un totale di 41 milioni di euro.
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